“Vorrei che la classe politica si sintonizzasse di più col Paese reale, con la gente che si alza la mattina per andare a lavorare nelle aziende private non solo con chi ha un reddito fisso in un ente pubblico o in una società partecipata. È un mondo che è diventato autoreferenziale e che non coglie più quello che succede nell’economia reale”. Parole di Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia e del Banco di Sicilia, con il quale prosegue il nostro ciclo di interviste sulla crisi economica e su come questa venga affrontata dalla politica in Sicilia.
Lo Bello chiede a una politica arroccata e distratta di scuotersi per affrontare la crisi, che non è solo congiunturale, ma nell’Isola è anche strutturale. Servono misure che cambino radicalmente lo scenario, spiega Lo Bello nella videointervista realizzata con livesicilia.it, perché “il divario tra Sicilia e resto del Paese aumenta, bisogna mettere in atto delle manovre strutturali, ovvero seppellire quel modello assistenziale e clientelare che è la vera palla al piede del Mezzogiorno e della Sicilia”.
Quanto a quello che fin qui il governo regionale ha messo in atto, “ci sono alcuni aspetti positivi però ancora ad oggi il giudizio è sospeso, le misure più incisive si attendono”. Da salvare, nella Finanziaria votata dall’Ars, “alcuni elementi positivi ci sono, penso alle tematiche dei crediti verso la pubblica amministrazione, visto che molte aziende siciliane lavorano con enti pubblici. Ma molto spesso – mette in guardia Lo Bello – non servono le leggi a risolvere i problemi. Esistono rilevanti investimenti privati cantierabili nell’arco di poche settimane, soprattutto nel settore energetico. Abbiamo calcolato che ammontano a circa 4 miliardi. Questi investimenti non riescono a partire per lungaggini burocratiche. Questi investimenti ammontano a quasi il 5 per cento del Pil regionale, potrebbero avere un effetto imponente sull’economia siciliana. Le cause sono molteplici: una pubblica amministrazione non efficiente, non sintonizzata con le esigenze delle imprese, molto autoreferenziale”.
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