Rette alle Rsa, la Regione sblocca 8 milioni - Live Sicilia

Rette alle Rsa, la Regione sblocca 8 milioni

Soddisfatto il comparto di Confindustria, Ruggeri: "Ora avanti con il resto"

Il comparto socio sanitario di Confindustria porta a casa un primo risultato nella vertenza aperta con la Regione per i rimborsi delle rette delle Rsa. In ballo otto milioni di euro. Al tavolo tecnico, chiesto e ottenuto dal presidente Francesco Ruggeri, in rappresentanza delle residenze del settore privato, l’assessorato si è impegnato a rimborsare le strutture del mancato introito derivante dalla decurtazione dei tariffari.

Contro il taglio del cinque per cento, la categoria si era detta pronta alla mobilitazione. In forse la sostenibilità economica di molte realtà a rischio chiusura, con conseguenti ricadute non solo sull’assistenza ma anche sull’occupazione.

Il recupero delle cifre passate è stato annunciato dallo stesso Ruggeri: “Il comparto socio sanitario di Confindustria Sicilia esprime il proprio plauso nei confronti dell’assessore regionale della Salute Giovanna Volo e del capo del dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute Salvatore Iacolino per aver avviato le procedure di rimborsi delle rette alle Rsa a titolo di recupero dei tariffari che dal 2010 sono stati decurtati del 5%”, ha detto Ruggeri.

La soluzione della questione rette, lascia aperti però altri aspetti dei quali pure si è discusso nei lavori al tavolo tecnico: “Auspichiamo la soluzione degli altri nodi critici già segnalati”, spiega Ruggeri. Lo sblocco degli 8 milioni per pagare alle Rsa le rette di degenza per i pazienti dopo il 61° giorno di ricovero è, intanto, una boccata d’ossigeno per il settore.

“Apprezziamo – prosegue Ruggeri – il segnale di attenzione. È l’inizio di un percorso. Auspichiamo la soluzione degli altri nodi critici già segnalati al tavolo, ovvero la necessità di sburocratizzare le procedure di inserimento dei pazienti presso le strutture. Un’operazione di semplificazione amministrativa consentirebbe l’abbattimento delle liste d’attesa negli ospedali e i costi a carico del servizio sanitario nazionale. Occorre poi aumentare le rette di degenza e adeguare i tariffari ai canoni Istat”.


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