Lo scandalo dell'asfalto sul sagrato |Il bene "sfregiato" 15 anni fa - Live Sicilia

Lo scandalo dell’asfalto sul sagrato |Il bene “sfregiato” 15 anni fa

L'episodio che ha fatto gridare allo scandalo l'intera città, e che ha spinto a intervenire anche Vittorio Sgarbi, risale a tre lustri fa, come confermano le immagini, oltre che la nota della Cattedrale. Licandro: "Manca la memoria storica della trascuratezza e dell'insensibilità che hanno caratterizzato il passato".

L'asfalto ben visibile in un'immagine datata 2014

CATANIA – Dalla foto facilmente reperibile sul web il “rattoppo” d’asfalto sul sagrato sembra essere lì da tempo. Da molto prima che fosse ripristinato e che un solerte cittadino postasse la foto dello “scempio” su Facebook facendo infuriare addirittura il critico Vittorio Sgarbi. Non che abbia torto. Un’intera città gli dà ragione. Peccato che la tempistica non sia stata proprio impeccabile, dal momento che l’immagine che pubblichiamo mostra autobus in piazza Duomo e addirittura il vecchio monumento intorno all’obelisco, prima che fosse ripristinata la fontana, oltre alla “pecetta” di bitume. E la conferma arriva anche da una nota ufficiale della Cattedrale. (LEGGI QUI).

Se di sfegio si è trattato, dunque, è stato commesso da almeno tre lustri. Senza che alcuno gridasse allo scandalo. Anche se di scandalo, di scempio e di sfregio si tratta. Solo che Catania e i catanesi lo hanno accettato da tempo, forse non accorgendosene neanche. Come forse non si sono accorti dei resti della Domus romana riportati alla luce tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, in via Crociferi, prima coperti da cemento e vetro e oggi coperti e basta da lastroni che hanno sopraelevato la parte finale della Scalinata Alessi. Che dire poi, ma il rischio è di non terminare mai l’elenco, degli storici bastioni utilizzati come pattumiere – si veda Torre del Vescovo, per fare un esempio – o di quelli mai valorizzati. Della chiesa di San Nicolò l’Arena deturpata un giorno sì e l’altro anche, o di tutte le bellezze dimenticate della città.

Di scempi e di scandali si potrebbe parlare quotidianamente. Ma appartengono, o sembrano appartenere, a un passato in cui, in particolare a Catania, di beni culturali si parlava poco o niente. Senza nulla togliere all’assurdità del rattoppo di bitume sul sagrato di una delle chiese più belle di Sicilia e d’Italia, l’argomento andrebbe affrontato di testa e non di pancia e potrebbe essere esteso a tutta la città. Un pungolo per avere un’idea e un progetto sulla valorazzazione, manutenzione e tutela del patrimonio storico e artistico catanese, che è di tutto il mondo.

Cosa che l’assessore alla Bellezza condivisa, Orazio Licandro, sembra intenzionato a fare.  “Questa sorta di dibattito così da caccia alle streghe, è la conferma che c’è un clima particolare nei confronti di questa amministrazione – afferma. In ogni caso, sono contento che la cittadinanza si sia svegliata e che si stia creando quella sensibilità verso il patrimonio culturale che prima non c’era. Ritengo che questo sia positivo. D’altro canto – aggiunge – però, tutto rischia di diventare una caricatura, perché manca la memoria storica della trascuratezza e dell’insensibilità che hanno caratterizzato il passato. Quello dell’asfalto sul sagrato, che personalmente ritengo un pugno in un occhio, non è l’unico esempio. Per questo, insieme alla Sovrintendenza – conclude – stiamo lavorando per individuare e sanare gli errori del passato e recuperare la memoria storica della città”.

Una richiesta che proviene anche dalla società civile. “Serve un attento monitoraggio sullo stato dei beni culturali, monumentali e artistici della città”. Manfredi Zammataro, segretario regionale di Codici – Centro per i diritti del cittadino interviene dopo le polemiche innescate dalla notizia del tappeto di “bitume” davanti alla Cattedrale di Catania. “Non entriamo nel merito della vicenda – afferma Zammataro – perchè spetta alla Curia e agli organi competenti chiarire le proprie posizioni, ma quanto accaduto solleva una questione ben più importante e cioè la tutela e la salvaguardia del patrimonio architettonico e monumentale di Catania. Sollecitiamo l’Arcivescovado, l’amministrazione comunale e la sovrintendenza ad aprire un tavolo di confronto e di progettazione, affinchè si possano pianificare azioni concrete che portino alla valorizzazione dei beni monumentali e artistici di questa città. Il confronto forse – conclude Zammataro – avrebbe evitato l’ennesima ‘brutta figura’ a questa città”.

 

 

 

 


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