Lo sfogo del sindaco Cambiano: | "Politici in silenzio per mesi" - Live Sicilia

Lo sfogo del sindaco Cambiano: | “Politici in silenzio per mesi”

Il sindaco Cambiano, il ministro Alfano e il prefetto di Agrigento Diomede (Foto Scifo)

"Rifletto sul mandato, non voglio essere un eroe". Lunedì a fuoco la casa di famiglia

LICATA (AGRIGENTO) – “Prima sono stato aggredito per la lotta al commercio abusivo ambulante. Adesso questo. Licata ha bisogno di legalità. Non servono gli attestati di solidarietà dei politici che, per mesi, sono rimasti in silenzio. Ho ricevuto tanti messaggi di incoraggiamento dei miei concittadini ma sono messaggi privati. Nessuno è uscito fuori, allo scoperto. E questo perché la gente ha paura”. Lo dice il sindaco di Licata (Ag), Angelo Cambiano, in attesa che in città arrivi il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Cambiano, lo scorso 24 febbraio, in Comune, è stato aggredito da un uomo che gli ha dato una testata al volto mandandolo in ospedale dove i medici del San Giacomo d’Altopasso gli diagnosticarono la frattura delle ossa nasali, guaribile in circa 20 giorni. I carabinieri, poco dopo l’aggressione, arrestarono un pescivendolo di Licata di 40 anni. “Serve un aiuto concreto, sono sindaco da soli 9 mesi e mi sono ritrovato a dover gestire 37 milioni di euro di debiti creati dalla politica locale e regionale. Non è possibile una cosa del genere. Ho scelto di fare il sindaco – spiega – per servire la mia città, non certamente per trovare lavoro. Sono un insegnante in aspettativa”.

“Farò una riflessione. I prossimi 5 o 6 giorni rifletterò. Non voglio essere un eroe. Ringraziando il cielo ho tutto. Se servire i propri territori significa rischiare la vita giornalmente, non ci sto – ancora Cambiano -. E’ tempo che alle parole seguano i fatti. Sono sovraesposto. Lo ha dimostrato anche la partecipazione alla trasmissione L’Arena. Gli ex proprietari degli immobili abusivi desideravano probabilmente che il sindaco dicesse che le case si potevano salvare, che la legalità non va rispettata. Avrebbero gradito questo. Ma, naturalmente, non è possibile”.

“Lo Stato c’è, è forte e fa rispettare le proprie regole. Abbiamo avuto proteste perché una squadra, composta dalla Procura della Repubblica, dal Comune di Licata e dalla Prefettura di Agrigento, ha semplicemente preteso che delle sentenze fossero eseguite. Noi siamo qui a dire che le sentenze si rispettano e si eseguono e siamo qui a ribadire una cosa molto importante e cioè che, per il futuro, se non avvengono queste demolizioni ci saranno altre case abusive e che è finito il tempo della politica che coccolava gli abusivi per avere qualche migliaio di voti. Oggi è giunto il tempo della politica e delle istituzioni che fanno rispettare le leggi”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, arrivando in piazza Progresso, davanti il Comune di Licata (Ag). Cambiano attendeva il capo del Viminale non davanti l’ingresso del Municipio, ma nella sua stanza. “Proporrò, adesso, per il sindaco agli organismi tecnici una scorta alla sua persona ed anche una vigilanza ai luoghi della sua vita – ancora Alfano – perché la scelta di amministrare una città non significa fare la scelta dell’eroismo. La paura è un sentimento naturale e lo Stato deve intervenire per sottrarre paura a chi ce l’ha, avendo avuto il consenso del popolo per governare una terra splendida e difficile come questa”.

“Si faccia chiarezza sull’accaduto e si continui con determinazione il cammino intrapreso per ripristinare nella città di Licata (Ag) il senso di giustizia”. L’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, a nome della comunità diocesana, ha espresso “solidarietà umana e cristiana al sindaco di Licata Angelo Cambiano”. “Invito la comunità ecclesiale di Licata ad intraprendere percorsi di cittadinanza attiva e sostenere quanti quotidianamente si impegnano al servizio della città. Invito tutti – ha concluso – ad abbandonare i toni dello scontro e le azioni violente per intraprendere insieme ogni possibile iniziativa volta a recuperare un rapporto di dialogo e di riappacificazione sociale nel rispetto della legge e della dignità di ogni persona”.


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