Su iniziativa dell’ANMA, l’associazione dei magistrati dei Tar, la giustizia amministrativa italiana si da’ appuntamento a Siracusa, nei giorni 30 e 31 ottobre a pochi mesi dalla legge delega per la codificazione del processo.
La struttura della giustizia amministrativa italiana, pensata per 15 mila cause l’anno – ricorda l’Associazione – ne svolge una media di 90 mila (822.675 in tutto i provvedimenti dal 2000 al 2008) e dispone del rapporto magistrato-personale di segreteria più sfavorevole in assoluto rispetto a ogni altra magistratura: sono 350 i magistrati dei 19 Tribunali amministrativi regionali (29 sedi in tutto con le distaccate) mentre il II grado è affidato al Consiglio di Stato e, solo per la Sicilia, al Cgars, per un totale di altri cento magistrati.
“Critiche ai Tar e lamentele sulle decisioni – aggiunge l’ANMA – sono usuali da parte del ceto politico e forse rientrano, in qualche misura, nelle regole del gioco. Nel valutare la legittimità dell’operato delle amministrazioni, i magistrati appaiono valutare, agli occhi dell’opinione pubblica, anche l’operato dei politici titolari degli organi di vertice, che tendono comprensibilmente a difendere le loro posizioni. Tuttavia, l’esercizio della critica diventa patologico quando afferma o sottende l’esistenza di una ‘ingerenza’ dei giudici nel dispiegarsi dell’azione amministrativa. Su questo bisogna essere chiari: il giudice amministrativo non ha potere di iniziativa, viene investito da parte del cittadino di un problema e ha l’obbligo di applicare la legge, anche se attraverso un giudizio negativo per gli eletti dal popolo”.
Infondate anche le ricorrenti lamentele sui ritardi della giustizia amministrativa, che frenerebbe con le sue lungaggini in materia di contenzioso sulle opere pubbliche lo sviluppo economico del Paese. Dall’entrata in vigore del dl n. 67/1997 (cosiddetto sbloccacantieri) la materia dei lavori pubblici gode di un regime processuale speciale che assicura la conclusione delle controversie in tempi ristretti. La media nazionale è di 143 giorni dal deposito del ricorso per la sentenza di primo grado e di 350 giorni per quella di appello. “Tempi fisiologici – conclude l’ANMA – che, peraltro, non temono confronti né con gli altri rami dell’ordinamento processuale né con le realtà di altri paesi, ponendo l’Italia al vertice di ogni classifica di celerità che si volesse compilare”.
A tre mesi dall’avvio della commissione tecnica prevista dalla legge, l’ANMA promuove dunque un’occasione di confronto e approfondimento pubblico sulla giustizia amministrativa che si svolgerà all’Hotel Des Etrangers et Miramare di Siracusa di Siracusa nei giorni 30 e 31 ottobre. L’apertura dei lavori è affidata a Linda Sandulli, presidente dell’Associazione, Paolo Salvatore, presidente Consiglio di Stato, e Pasquale De Lise, presidente aggiunto Consiglio di Stato, rispettivamente presidente e presidente coordinatore della commissione tecnica, Giorgio Giallombardo, presidente Tar Sicilia, mentre le conclusioni saranno svolte dal segretario generale dell’Associazione, Alessandro Maggio. Nella due-giorni di studio si confronteranno, per la I sessione, presieduta da Enzo Zingales, presidente Tar Catania (ore 15.30, venerdì 30), Gianmario De Muro, Caterina Criscenti, Giancarlo Coraggio, Fabio Cassola, Alfredo Corpaci, Ida Raiola e, per la II sessione, presieduta da Riccardo Virgilio, presidente Consiglio giustizia amministrativa regione Sicilia (ore 9:30, sabato 31 ottobre), Giovanni Virga, Francesco Brugaletta, Pancrazio M. Savasta, Manfredo Atzeni, Massimiliano Balloriani, Dauno Trebastoni, Fabio Santangeli e Xavier Santiapichi.
Voci autorevoli e, in alcuni casi, anche critiche, per offrire “un doveroso contributo al dibattito” sulla giustizia amministrativa e supportare una riforma “in grado di razionalizzare e perfezionare l’attuale sistema senza introdurre pericolose rigidità che impediscano di rendere giustizia ai cittadini”.
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