Lo uccisero, poi scoprirono | che non era un boss - Live Sicilia

Lo uccisero, poi scoprirono | che non era un boss

Omicidio per errore. Lo Piccolo a giudizio
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Il Gup di Palermo Giangaspare Camerini ha rinviato a giudizio i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo e Antonino Pipitone, imputati dell’omicidio di Giuseppe D’Angelo. L’uomo, già titolare di un bar della borgata di Tommaso Natale, nel capoluogo siciliano, fu ucciso per errore il 22 agosto del 2006: D’Angelo, che era in pensione, trascorreva la mattinata da un suo amico fruttivendolo quando – scambiato per il boss Bartolomeo Spatola – fu avvicinato da due killer che lo assassinarono a colpi di pistola. I testimoni reagirono lanciando frutta contro i sicari, che, disorientati da quella, per loro, anomala situazione, scapparono precipitosamente.
I Lo Piccolo sono ritenuti i mandanti del delitto, assieme a Pipitone: saranno processati a partire dal 26 aprile, dalla prima sezione della Corte d’assise. In abbreviato, davanti allo stesso Gup Camerini, domani comincerà il giudizio abbreviato contro gli altri tre imputati, i pentiti Francesco Briguglio e Gaspare Pulizzi (il sicario che sparò) e il boss di Cinisi Gaspare Di Maggio, che sostenne di riconoscere Spatola, provocando il tragico errore di persona. Prima di sparare, Pulizzi chiamo’ “Lino” e D’Angelo, che veniva chiamato “Pino”, si girò, decretando la propria fine. Le sorelle della vittima, del tutto estranea a contesti criminali, si sono costituite parte civile, con l’assistenza degli avvocati Salvatore Caradonna, Salvatore Forello e Valerio D’Antoni. Spatola fu assassinato un mese dopo, nel settembre 2006: fu rapito e fatto sparire col metodo della lupara bianca.


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