Il comunicato, con tracce di fumo del calumet della pace o almeno della tregua, è arrivato ieri in serata, a un pelo dallo scontro. ”Preso atto dell’impossibilità, del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, a causa di improrogabili impegni che lo tratterranno fuori dalla Sicilia, di intervenire mercoledì mattina in Aula per le sue comunicazioni sull’inchiesta giudiziaria che lo riguarda, così come era mia intenzione procedere in un primo momento, preciso che, se c’è la disponibilità dei gruppi parlamentari, non ho alcun problema a che il suo intervento si svolga invece nel corso della seduta di domani pomeriggio (oggi, ndr)”. Lo ha detto, via comunicato, il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, accogliendo al richiesta del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che in una nota aveva chiesto la conferma del calendario dei lavori, col suo intervento fissato per il pomeriggio di oggi.
Rinvio e polemica
Le voci si erano rincorse ieri mattina. E il Tg regionale della Rai le aveva rilanciate. La notizia era piombata nel primo pomeriggio dal portavoce di Francesco Cascio. Il presidente dell’Ars aveva deciso di rimandare a mercoledì l’intervento, attesissimo, in Aula di Raffaele Lombardo in merito alle vicende al vaglio della Procura di Catania. “E’ mia intenzione dedicare alle comunicazioni del presidente della Regione un’apposita seduta dell’Aula mercoledì mattina. Domani pomeriggio (oggi, ndr) l’Aula resta convocata per le 16 ma per trattare i disegni di legge all’ordine del giorno”. Questo malgrado la Presidenza della Regione avesse già comunicato urbi et orbi che oggi, nel fatidico martedì, avrebbe messo a disposizione in diretta il segnale satellitare della seduta dell’Aula. Raffaele Lombardo non ci stava. In un comunicato della Presidenza della Regione si ribadiva richiesta della conferma del calendario dei lavori d’Aula, considerando un impegno del presidente fuori Palermo proprio mercoledì. In serata il comunicato di Cascio. Salvo soprese dell’ultima ora il presidente della Regione parlerà oggi all’Ars.