“Lombardo ha commissariato il Pd. Ora speriamo che gli elettori dei democratici lo capiscano, e decidano di seguire noi”. Leoluca Orlando stacca definitivamente la spina alle voci di accordo tra Pd e Italia dei Valori. E per farlo, non lesina metafore: “Il treno è ormai partito”. O il sicilianissimo “Megghiu una volta arrussicari…”. Insomma, metafore a parte, il portavoce nazionale di Idv ha voluto essere chiaro: “Escludiamo qualsiasi tipo di alleanza con un partito che decide di andare avanti con Raffaele Lombardo. Anzi, che ha scelto di farsi commissariare dal governatore. Il sostegno del Pd a Lombardo è un vero e proprio scandalo etico del quale il Pd non s’è ancora pentito”.
In realtà, uno “spiraglio” per ricompattare anche in Sicilia il partito di Bersani e quello di Di Pietro ci sarebbe. “Noi abbiamo notificato per iscritto alla dirigenza nazionale del Pd – ha detto Orlando – l’anomalia siciliana. E del resto, la posizione di Migliavacca alla direzione di lunedì era stata chiara. Ma i dirigenti regionali hanno deciso di non tenerne conto. Tra l’altro – ha ricordato – vorrei sottolineare che Migliavacca non è l’ultimo arrivato: è il responsabile della segreteria politica di Bersani. Insomma, lui parlava per conto del leader del Pd. I dirigenti siciliani – ha aggiunto – si sono posti fuori dal partito. Non vorrei che dalla Sicilia sia iniziata la scalata di Lombardo, con l’obiettivo di commissariare l’intero Pd nazionale”. Una decisione, quella presa in occasione della direzione di lunedì scorso che, a detta del’ex sindaco di Palermo, “stride notevolmente con quanto accaduto sette giorni fa. Il 16 settembre a Vasto, infatti, ci siamo ritrovati noi dell’Idv insieme a Nichi Vendola e Pierluigi Bersani per dare il segnale di un progetto politico chiaro. In Sicilia, invece, si decide di andare in un’altra direzione. Il Pd sta andando incontro a una mutazione antropologica. In politica – ha spiegato – le alleanze anomale possono anche starci. Ma devono essere basate su alti valori e devono durare un tempo limitato. Io in questa alleanza tra democratici e Mpa non vedo né l’uno né l’altro”.
Ma non c’è rabbia nelle parole di Orlando: “Sono molto sereno. In un certo senso, ci siamo tolti un peso. Siamo usciti dall’equivoco. Noi abbiamo aspettato, aspettato, aspettato. Speravamo in un ravvedimento, in un pentimento dei democratici. Alla fine, però, il Pd ha scelto. Ne prendiamo atto e andiamo avanti”.
Ma se Orlando chiude al Pd “ufficiale”, non è così netto con la “gente del Partito democratico. Molti – ha detto – non ne possono più. Tanti elettori non capiscono e non accettano l’alleanza con Lombardo. A questi diciamo: seguiteci. Seguite il nostro progetto, partecipate alle nostre primarie. Nel ‘popolo’ del Pd c’è tanta gente perbene che non accetta il fatto che il Pd sia considerato da Lombardo una ‘corrente’ del suo sistema di potere”.
“Oggi – ha aggiunto – inizia un nuovo cammino. Quello dell’alternativa al lombardismo e allo schifanismo-alfanismo. Ho già parlato con i leader siciliani di Sel e Federazione della Sinistra. Coinvolgeremo la gente anche per stilare il programma in vista delle prossime amministrative”.
E tra le elezioni amministrative, ovviamente, spicca quella per il sindaco di Palermo: “Io non assicuro e non escludo la mia candidatura. Posso dire che, se si decide di fare le primarie tra i partiti di centrosinistra seguendo determinati criteri e il percorso dovesse funzionare, allora sarei disposto a fare un passo indietro. In caso contrario, potrei scendere in campo, un po’ come ha fatto De Magistris a Napoli. Oggi però non posso dare certezze se non una: i miei diritti civili sono intatti, quindi sono ancora un elettore e sono ancora eleggibile”.
Un’ultima battuta sulla vicenda della mancata votazione all’Ars della mozione di censura a Russo: “Quello che penso della sanità siciliana – ha detto – credo sia noto a tutti. Certamente, scene come quelle dell’altra sera non fanno altro che danneggiare la Sicilia. E sono figlie del fatto che Lombardo è riuscito nel miracolo di diventare egemone nei confronti non solo dei suoi alleati, ma anche di quello che è, di fatto, un partito d’opposizione: il Pd. Ma quello che mi chiedo – ha concluso – è se tutte queste vicende abbiano nulla a che vedere con gli interessi e le esigenze dei siciliani”.
A precedere l’intervento di Orlando, altri dirigenti di Idv. Il segretario regionale Fabio Giambrone, sulla scelta del Pd di rafforzare l’alleanza con Lombardo ha rivelato: “Non sentivo il segretario Lupo da due mesi. Mi ha chiamato martedì, prima della conferenza stampa in cui ha precisato quanto deciso la sera prima. Gli ho risposto – ha aggiunto – che a quelle condizioni non c’era alcun motivo di incontrarci”. Una scelta dettata “dalla coerenza. Noi abbiamo sempre detto di voler rappresentare un’alternativa a questo governo immobile, che non sta facendo alcuna riforma seria e non fa altro che dividere poltrone”. “La nostra – ha spiegato – sarà una coalizione assolutamente aperta a tutti coloro che non si riconoscono più nella decisione del Pd. So che sono in tanti. La direzione ha confermato che all’interno di quel partito c’è una spaccatura enorme”.
Gli ha fatto eco il vicesegretario Salvatore Messana: “Lombardo non ha portato a termine nessuna riforma. Dall’acqua pubblica ai rifiuti, per non parlare della sanità. Siamo dispiaciuti per la scelta del Pd, perché secondo me c’erano le condizioni per creare un’alternativa credibile a quel sistema. Ma andiamo avanti ugualmente, convinti che in molti ci seguiranno”.
“Purtroppo e finalmente”, così ha iniziato il suo intervento il responsabile di Idv per gli enti locali, Ignazio Messina: “Purtroppo, perché noi fino all’ultimo abbiamo creduto che il Pd volesse ragionare. Finalmente, perché usciamo da un equivoco. Quello attuale è a tutti gli effetti un governo politico. Dove il presidente non è un commissario prefettizio, e dove i democratici hanno precise responsabilità politiche. Ma una cosa voglio dire al senatore del Pd Giuseppe Lumia, che alla direzione aveva detto che Idv e Sel, alla amministrative, non avrebbero raggiunto il 5%: è il Pd siciliano a guida Lombardo-Lupo-Cracolici a rischiare di non raggiungere quella soglia, perché in molti, tra gli elettori, sono stanchi di questi dirigenti”.