I fermati sono Sandro Di Fiore, 33 anni, Gioacchino Intravaia, detto “Sifilitico”, 57 anni, Giovanni Sammarco, detto “Enzo”, 51 anni, e Domenico Giordano, 54 anni. Secondo il materiale raccolto dagli investigatori, Di Fiore sarebbe stato un punto di riferimento nella raccolta del ‘pizzo’ allo Zen e nel mandamento di Resuttana ed avrebbe anche messo a disposizione dei locali per la custodia di armi e lo svolgimento di riunioni tra boss.
A Pasqua del 2008, in concorso anche con l’attuale collaboratore di giustizia Manuel Pasta, avrebbe costretto il titolare del bar pasticceria “Golden” di piazza Giovanni Paolo II a versare 1.500 euro. Anche Intravaia e Sammarco sarebbero stati uomini di punta per la raccolta delle estorsioni. Giordano sarebbe invece, secondo gli investigatori, il referente mafioso nella zona di Partanna Mondello e dello Zen ed avrebbe intrattenuto rapporti con diversi esponenti di Cosa nostra, come Giovanni Cusimano e Francesco Franzese, anch’egli, come Pasta, diventato collaboratore di giustizia al momento del suo arresto. Giordano avrebbe compiuto un’estorsione ai danni della società “Vivai Gitto Palermo” di via Castelforte. Il titolare sarebbe stato costretto dal 2003 e fino al giugno di quest’anno a versare somme di denaro, che venivano consegnate agli esattori mafiosi in busta da un dipendente dell’azienda.
C’era anche l’ippodromo di Palermo tra le vittime delle estorsioni scoperte dai carabinieri, che hanno arrestato 4 nuovi capimafia dei mandamenti di Resuttana e Partanna Mondello. L’ippodromo, ha raccontato il pentito Manuel Pasta, versava 5000 euro all’anno. Secondo il collaboratore, la mafia avrebbe progettato anche di “truccare” alcune corse d’accordo con alcuni fantini. Ma il piano venne abbandonato dopo che diversi fantini furono indagati nell’ambito di un’altra inchiesta.