AGRIGENTO – A distanza di ventisette anni dall’omicidio dell’imprenditore agricolo Diego Passafiume (a sinistra nella foto), ucciso il 23 agosto 1993 nelle campagne di Cianciana (Agrigento), si è celebrata l’udienza preliminare a carico di Filippo Sciara, 56enne (a destra nella foto) “affiliato” della famiglia mafiosa di Siculiana, accusato di omicidio premeditato aggravato. Secondo gli inquirenti Sciara sarebbe l’esecutore materiale dell’efferato delitto, maturato negli anni in cui Cosa Nostra nell’Agrigentino emetteva sentenze di morte per tutti coloro i quali non si piegassero alle volontà dell’organizzazione.
Ed è proprio quello che è accaduto a Diego Passafiume, onesto imprenditore di 41 anni, ritenuto troppo “scomodo” e in aperta concorrenza alle dinamiche mafiose. All’udienza preliminare, che si è celebrata davanti il gup del tribunale di Palermo Giuliano Castiglia, si sono costituiti parte civile i familiari della vittima e l’associazione ‘I cittadini contro le mafie e la corruzione’, rappresentata da Giuseppe Ciminnisi. Quest’ultimo ha definito “sconcertante” la mancata costituzione di parte civile del Comune di Cianciana puntando il dito contro “quella parte delle istituzioni che abbandonano le vittime, lanciando al contempo un pericoloso messaggio ai mafiosi”.
Diego Passafiume venne ucciso il 23 agosto 1993, giorno del suo anniversario di matrimonio, mentre si trovava in compagnia della moglie, della suocera e della nipote. Le indagini, che si concentrarono subito sul mondo dei sub-appalti dove la vittima era pienamente inserita, si rivelarono complicate. Dopo una prima archiviazione il caso fu riaperto in seguito alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che indicarono Sciara quale esecutore materiale ed il boss Giovanni Pollari, deceduto in carcere nel 2014, quale mandante.
Il cerchio si è chiuso nel 2017 grazie ad alcuni album fotografici esibiti ad alcuni parenti della vittima, che all’epoca avevano assistito alla tragica scena del delitto. Pochi mesi dopo Filippo Sciara fu arrestato.