L'onda Mattarella e l'ombra di Draghi: chi sarà il Presidente?

L’onda Mattarella e l’ombra di Draghi: chi sarà il Presidente?

Le elezioni per il Quirinale sempre più incerte.

Stamattina, Alessandro De Angelis se lo chiedeva su Huffington Post: ‘E se arriva l’onda Mattarella?’. L’onda pare che sia in crescita. Una risacca robusta tra conti alla mano e nostalgia. Un mormorato ‘Ci ripensi’ all’indirizzo del Presidente della Repubblica in congedo, mentre si sciolgono e si aggrovigliano le strategie sul suo successore. Nostalgia per l’alto profilo – ma stavolta sul serio, non per posa – di un Servitore dello Stato. I conti alla mano di chi – per interesse personale e orizzonte politico – vorrebbe che il panorama restasse immutato ancora per un po’, con un bis e la permanenza a Palazzo Chigi del premier, Mario Draghi. Lo dicono i numeri che non mentono mai. Nella quarta votazione il Presidente uscente ha totalizzato 166 voti, mentre si consuma il rito di vertici e controvertici.

E poi ci sono le parole ufficiali intorno a quel sussurrato ‘Ci ripensi’. Parole pesanti. Parole che vengono da ambienti di rilievo. Per esempio, nel comunicato finale della sessione del consiglio permanente, la Conferenza episcopale italiana definisce ancora una volta Sergio Mattarella “un punto di riferimento”. Nello specifico si legge: “Questa sessione invernale del Consiglio Permanente è coincisa con l’avvio delle votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica. Da qui l’auspicio dei presuli che il Parlamento in seduta comune sappia cogliere il desiderio di unità espresso dal Paese. L’esempio di Sergio Mattarella, come uomo e statista, è un punto di riferimento nelle scelte che devono essere compiute alla luce della Costituzione”. Non lo tirano, con garbo, per la giacchetta. Ma il messaggio appare esplicito.

E come si può sottovalutare la riflessione di un navigatore esperto come Clemente Mastella? “Un suggerimento a Mattarella? – ecco cosa ha detto a Rai RadioUno – Come cittadino dico che la sua scelta sarebbe cosa migliore, se non passa Casini, almeno dal mio punto di vista. Ma valutando il ‘dato sportivo’ direi: se vinci il campionato del mondo, come vinse Lippi, poi dopo per scaramanzia è meglio non rischiarsela e andare da un’altra parte. E’ meglio vincere il campionato del mondo e fermarsi lì…”. Un messaggio multistrato circa scenari che potrebbero realizzarsi. Ed è meglio tenersi pronti.

Ogni destino può ancora realizzarsi. Ricordiamo che il Capo dello Stato siciliano, in tutte le salse, ha confermato di volere lasciare la scena. E, a differenza di altri, questo Presidente non è uomo che receda nelle questioni di principio. C’è chi pensa che alla fine sarà Mario Draghi a sbucare dalla foschia delle schede bianche, per tagliare il traguardo.

Gli occhi sono puntati sul centrodestra e su Matteo Salvini che si affanna a dire: “Continuo a essere fiducioso e ottimista per natura, confido che domani ci sarà il Presidente della Repubblica. Il mio obiettivo è tenere unito il centrodestra e la maggioranza di Governo. Mattarella ha ripetuto diciotto volte che non è disponibile”. Domani, dunque, potrebbe essere il giorno giusto, ma, se non lo fosse, altre strade si aprirebbero. E perfino quello che sembrava impossibile, appena ieri, diventerebbe, di colpo, soltanto difficile.


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