PALERMO – Chissà se gli elettori che nel 2012 mandarono all’Ars Valeria Sudano si immaginavano che mettendo la croce sul simbolo del Cantiere popolare avrebbero finito per ingrossare le file del Partito democratico. Miracoli dell’Ars del trasformismo, ma anche del nuovo corso renziano del Pd. Che dopo l’avvento del Rottamatore, sulla spinta di una ritrovata vocazione maggioritaria, è entrato con disinvoltura post-ideologica nei nuovi panni di Partito della Nazione. Il che, fuori dalla retorica del politichese, potrebbe riassumersi nella meno elegante perifrasi del partito in cui c’è spazio per tutto. E per il contrario di tutto.
L’ultima novità riguarda appunto Articolo 4. Il movimento fondato da Lino Leanza dal quale lo stesso Leanza ha poi tolto il disturbo, creando la sua Sicilia democratica. A guidare il movimento politico, forte di cinque deputati regionali, è il tandem catanese composto da Luca Sammartino, eletto nell’Udc, e appunto Valeria Sudano. La novità delle ultime ore è proprio l’avvicinamento di Articolo 4 al Partito democratico. Avvicinamento che dovrebbe tradursi in un ingresso in massa di tutto il gruppo di Articolo 4 all’Ars in quello del Pd. Con tanto di benedizione romana, secondo quanto riportato da un quotidiano.
Tutti democratici appassionatamente. Con Sudano e Sammartino potrebbero approdare in casa democrat anche Alice Anselmo, eletta nel listino di Crocetta e transitata dai gruppi Territorio, Drs e Udc, Raffaele Nicotra, eletto nell’Udc, e Paolo Ruggirello, trascorsi nel Mpa, eletto nella Lista Musumeci. Il condizionale è d’obbligo visto il precedente del Megafono. Il movimento di Crocetta e Lumia annunciò nell’ottobre scorso a Taormina l’ingresso in massa in casa Pd. Ma da allora all’Ars non è successo quasi nulla, eccezion fatta per l’ex Pdl e Territorio Nello Dipasquale, che ha aderito al partito ma non al gruppo, finendo al misto (dove siede anche Nicola D’Agostino, altro deputato dato in avvicinamento ai renziani del Pd). Allora un gruppo di deputati democratici frenò sull’ingresso dei megafonisti e Antonello Cracolici parlò di “albergo a ore”. All’epoca però il partito era spaccato e la pax del Crocetta ter non era ancora maturata. E oggi? Qualcosa di più se ne saprà stamattina. Alle dieci è convocata la direzione regionale del partito in un hotel palermitano. E stando ai rumor della vigilia, qualche mal di pancia sull’adozione di Articolo 4 serpeggia qua e là tra i democratici.
La tendenza però è avviata. E vede un Pd che, forte anche degli ottimi argomenti di chi governa ormai tutto, esercita un’attrazione fatale sulla galassia collaterale di gruppi e gruppetti. Del Megafono si è già detto. Ci sono anche i Democratici riformisti di Salvatore Cardinale, che si muovono da sempre quasi come un franchising dei democratici, pur restando fuori dal Pd. Insomma, il partito di Renzi, nel segno del nuovo corso, ha lanciato una sorta di Opa a tutto ciò che si muove attorno e che fatica a tenersi in piedi da solo. Un po’ come a Roma è accaduto con Scelta Civica. L’altra faccia della medaglia è quella che fa storcere il naso a qualche democratico, ossia che l’Opa possa funzionare all’inverso, finendo per sconvolgere i rapporti di forza interni e portare a un partito macedonia che sacrifica la sua identità a vantaggio dell’inclusione.
Anche di questo oggi probabilmente si discuterà in direzione. Così come del rebus delle amministrative quasi alle porte: sul territorio si registrano situazioni ancora non definite, con il rischio di una coalizione che va in ordine sparso. Sullo sfondo, poi, la vecchia storia della dicotomia tra il rigore di Baccei e la linea più “allegra” di Crocetta, una questione politica ancora aperta.