Dimissioni. E’ esplicita la richiesta dell’opposizione perché Antonello Antinoro, assessore regionale alla Cultura indagato per voto di scambio, faccia un passo indietro dall’esecutivo.
Secondo il vice segretario regionale del Pd, Tonino Russo. “E’ innegabile che in Sicilia il fenomeno del voto di scambio, sia mediante la compravendita diretta di preferenze che attraverso la concessione di incarichi prestigiosi, esiste ed è fortemente radicato, anche in questa campagna elettorale. Non è un caso se, immediatamente dopo le elezioni, tanti ricevono consulenze remunerate da parte di chi vince”.
“Sono e resto un garantista – continua il dirigente democratico – Credo che un avviso di garanzia non corrisponda ad una condanna, ma ritengo anche che debba essere la coscienza personale di ognuno a suggerire quale sia il comportamento opportuno. Antinoro e Dina sapranno prendere i provvedimenti necessari per tutelarsi come uomini e come politici in un caso così difficile”.
Più decisa la presa di posizione di Rita Borsellino, capolista del Pd alle europee: “Ho grande rispetto del lavoro di indagine della magistratura e non mi sento di emettere sentenze, ma è evidente che episodi come questo, che sporcano il voto e la stessa democrazia, confermano quanto la politica sia lontana da valori di etica e legalità”. Secondo la Borsellino “sia il presidente della Regione che l’onorevole Antinoro dovrebbero tenere in seria considerazione l’ipotesi che l’assessore lasci l’incarico di governo. Sarebbe un gesto opportuno oltre che responsabile”.
Si dice “sconcertato” Italo Tripi, l’ex segretario regionale della Cgil ora candidato con il Pd alle europee, che ricorda: “Antinoro e Dina sono dello stesso partito che faceva pubblicità con lo slogan la mafia fa schifo”.
Chiede esplicitamente le dimissioni Giusto Catania, europarlamentare di Rifondazione Comunista. “Quel che emerge dall’indagine – dice – è inquietante ed impone le immediate dimissioni dell’assessore Antinoro. L’inchiesta traccia un perverso sistema di potere ed una stretta relazione tra la destra al governo e le organizzazioni criminali. Questa vicenda non è un fatto isolato: in questi anni altri esponenti di punta dell’Udc sono stati coinvolti in accertamenti giudiziari e non stupisce che Pierferdinando Casini, pochi giorni fa a Palermo, non abbia citato la parola mafia. Occorre uno sforzo di autoriforma della politica, ma non vediamo segnali né da parte del centrodestra né da parte del centrosinistra”.
Non ha dubbi sulla necessità di dimissioni nemmeno l’europarlamentare Claudio Fava. “L’assessore Antinoro se ne deve andare – attacca l’esponente di Sinistra e libertà – Se non sente lui questo scrupolo morale, gli tolga la delega il presidente della Regione”. Irricevibile, secondo Fava, “l’indignazione a corrente alternata dei dirigenti siciliani del Partito Democratico, che con il partito di Antinoro e Cuffaro continuano a costruire accordi elettorali per le amministrative”.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo