“Malgrado gli sforzi e l’impegno del personale tutto, l’Ucciardone ha settori che non garantiscono il minimo principio di civiltà. E’ il caso della nona sezione e non solo, che il Ministero dovrebbe provvedere a chiudere immediatamente. Sono presenti, nel carcere di Via Enrico Albanese 525 detenuti a fronte di una capienza di circa 345. L’assenza di un adeguato numero di ore a disposizione per i colloqui e l’incertezza del rapporto di lavoro dei psicologi è un’altra delle piaghe che si vive all’Ucciardone, su questo la Regione siciliana può intervenire con i propri fondi.
Il personale della Polizia Penitenziaria ridotto al lumicino è costretto a turni stressanti senza, di contro, avere a disposizione locali-caserma adeguati. I Dirigenti, insufficienti negli organici, gestiscono più istituti ad interim e devono essere presenti in più posti. Alcune sezioni hanno subito radicali modifiche e permettono ai detenuti di scontare la propria pena con maggiore serenità. Avere il servizio igienico e la doccia nella propria cella e non vivere una condizione di sovraffollamento è una delle condizioni indispensabili per evitare di calpestare la dignità del detenuto-uomo. I Governi Nazionali che si sono succeduti hanno sempre ignorato questo problema. Giacciono nei cassetti del Parlamento due progetti di riforma uno a firma Pisapia e uno a firma Mantovani, lavorando sui due disegni di legge, si potrebbe arrivare ad una riforma utile al Paese. Togliere la libertà a chi delinque non deve equivalere a togliergli la dignità di uomo”. Lo dice Pino Apprendi deputato all’ARS dopo al visita di oggi al carcere dell’Ucciardone in delegazione con S. Scalia di Antigone. e Marco Guerriero segretario provinciale dei giovani democratici.