Lotta alla mafia, il procuratore di Palermo: "Lo Stato è in ritardo"

Lotta alla mafia, il procuratore de Lucia: “Lo Stato è in ritardo”

Le parole del magistrato a un evento del Centro studi Pio La Torre

PALERMO – “Cosa nostra sceglie oggi una linea di sommersione, che decide di fare meno rumore, perché se fa meno rumore meno si parla di lei”. Così il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia alla 19esima edizione del progetto ‘Lo Stato può battere la mafia’ promosso dal centro studi Pio La Torre.

Rimane però l’attenzione a riorganizzare il vertice della mafia e una struttura militare di cui, in questo momento, è carente. Come si fa a ristrutturare un esercito? Con il denaro e quindi con il traffico di stupefacenti – ha aggiunto -. Oggi noi ci troviamo di fronte al fenomeno del crack, che sta invadendo alcune parti del territorio di Palermo e che causa un effetto che incide sulle cellule cerebrali e danni molto gravi”.

Gli strumenti della rete

Secondo De Lucia, “oggi le organizzazione criminali dialogano fra di loro con gli strumenti della rete. Quindi social, piattaforme criptate e telefonini criptati”.

“Questo modo cambia anche il modo di decidere: se prima le decisioni transitavano attraverso la cupola, attraverso il vertice, oggi queste decisioni vengono prese in maniera più rapida e con strumenti rispetto alle quali lo Stato è in ritardo“.

Un’evoluzione continua

“Molte delle transazioni – aggiunge il magistrato – inerenti al traffico di stupefacenti avvengono nel deep web, dove si tratta il traffico degli stupefacenti, delle armi, dei bambini. Con strumenti che trent’anni fa neanche pensavamo che potessero esistere”.

Quindi serve uno straordinario aggiornamento per sconfiggere le mafie che stanno rapidissimamente imparando a cambiare in questo modo – prosegue -. I nostri poliziotti del domani avranno come strumento non tanto la pistola ma l’uso degli strumenti di tecnologie informatiche”.

L’importanza della conoscenza

Il procuratore di Palermo invita tutti a “conoscere il fenomeno mafioso”. “Altrimenti – sottolinea – arriviamo ai sondaggi che vedono il 49% della popolazione sostenere che la mafia non possa essere sconfitta dallo stato. Queste percentuali vengono da valutazioni di massa. Viviamo in una stagione in cui nessuno si ferma a ragionare, è una stagione di populismo”.

Infine de Lucia ha espresso un’opinione su un tema al centro del dibattito nazionale. “I conflitti tra magistratura e politica esistono in tutti i Paesi del mondo e a tutti i livelli – ha detto -. Evidentemente questo è un momento di particolare tensione”.


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