L'ultimo pasticcio del governo | "Illegittimo lo stop all'eolico" - Live Sicilia

L’ultimo pasticcio del governo | “Illegittimo lo stop all’eolico”

Il Tar ha accolto il ricorso della società Novawind, annullando la delibera di giunta che sospendeva le conferenze di servizi e i decreti di Marino. Così, gli investimenti possono ripartire. E il "no all'Eolico" di Crocetta si trasforma nell'ennesimo flop. Il governatore: "Amareggiato, pronto un ddl di tutela dell'ambiente".

PALERMO – Il governo ha sbagliato tutto. La sintesi, brutale, è proprio questa. Così il Tar ha clamorosamente bocciato il tentativo della Regione di bloccare gli investimenti sull’Eolico. La delibera di giunta e il decreto (anzi, i decreti) dell’ormai ex assessore Marino sono infatti illegittimi. “La pubblica amministrazione non poteva sospendere né congelare l’iter già avviato”. E le tanto discusse conferenze di servizi che furono al centro di una furiosa polemica tra esponenti del Partito democratico e l’ex pm di Caltanissetta (e il suo dirigente generale Maurizio Pirillo) dovranno ripartire.

La sentenza dei giudici amministrativi accoglie il ricorso di una società, la Novawind Sicilia srl, difesa dagli avvocati Carlo Comandè e Serena Caradonna. Un ricorso, quello vinto dall’azienda che da anni (in un caso addirittura dal 2007) punta a mettere in piedi tre insediamenti di energia alternativa a Monreale, Mussomeli e Custonaci, che ha sancito la illegittimità dell’azione di un governo che si era detto contrario all’Eolico, ma che si è dovuto piegare di fronte al diritto.

Il caso era esploso a settembre. A fare da “miccia” la notizia del riavvio di alcune conferenze di servizio sugli investimenti in energie alternative. “Chi dice che l’Eolico può essere fermato, racconta bugie”, aveva detto l’allora assessore Nicolò Marino. Da lì, l’affondo di alcuni esponenti del Pd, soprattutto di Antonello Cracolici: “Crocetta non aveva detto ‘no’ all’Eolico? Non lo aveva previsto nel suo programma elettorale?”.

Ma la vicenda affonda le radici in una decisione di qualche mese prima: era il 17 maggio quando Marino decise di dare un taglio alle autorizzazioni pendenti in assessorato, chiedendo alle aziende con pratiche ancora aperte una “manifestazione di mantenimento dell’interesse al rilascio del titolo autorizzativo”. Proprio questa decisione ritorna nel ricorso che ha visto soccombere la Regione. Già in occasione della richiesta cautelare di sospensiva, lo scorso gennaio, del resto, il Tar aveva dato ragione alla Novawind, una delle società escluse dal nuovo elenco di “pratiche ancora in piedi”, quando Marino ha stilato il nuovo calendario delle conferenze di servizi. Un calendario “alleggerito”, appunto, dalle società che non avevano, nello strettissimo tempo messo a disposizione dalla Regione, confermato il “mantenimento dell’interesse”.

Ma contro quel calendario, come dicevamo, è insorto il Pd che ha persino presentato una mozione all’Ars.  Il giorno dopo, in occasione di una giunta di governo, l’esecutivo decise di “congelare” la questione, deliberando, su proposta dell’assessore all’Energia Nicolo’ Marino, di sospendere ogni proceduta autorizzatoria di nuovi impianti eolici fino all’approvazione delpiano di zonizzazione.

Un iter, quello seguito dal governo, smontato “pezzo per pezzo” dal Tar in una sentenza con la quale vengono accolti tutti (tutti) i motivi di ricoso avanzati dalla NovaWind. A cominciare dal decreto di Marino, del maggio del 2013 col quale si chiede alle società la “conferma del mantenimento dell’interesse”. Un decreto che non appare “astratto e generale” come dovrebbero invece essere gli atti amministrativi. “Con il provvedimento in parola, e salvo quanto di seguito meglio precisato, – scrivono i giudici – l’Assessorato ha infatti inciso sulle domande pendenti, chiedendo una attualizzazione dell’interesse al rilascio dell’autorizzazione unica e sancendo con la decadenza il mancato riscontro da parte delle ditte interessate”.

Ma non solo. Quel decreto è viziato dal fatto che introduce una “dilazione” al procedimento per il rilascio dell’autorizzazione unica: “L’impugnato decreto assessoriale, in altri termini, – precisano i giudici amministrativi – introduce un nuovo ed ulteriore obbligo nei confronti delle imprese, che hanno pendenti già da tempo le domande per il rilascio del titolo abilitativo, non previsto dalla norma di legge”.

E ancora, secondo il Tar sono illegittimi anche i decreti con i quali vengono stilati i nuovi calendari delle conferenze di servizio (dai quali sono state escluse appunto le aziende che ‘non avevano manifestato il mantenimento di interesse’). Il nuovo calendario, infatti, violava il mantenimento dell’ordine cronologico delle richieste.

Cassata poi anche la delibera di giunta con la quale il governo aveva dato mandato all’assessore Marino di sospendere le conferenze di servizio in attesa di completare il piano di zonizzazione. “La delibera di Giunta regionale, pur avendo natura di atto d’indirizzo per l’organo burocratico che deve attuarla, – si legge nella sentenza – è infatti idonea a determinare un arresto sine die del procedimento (atteso per altro la natura “ordinatoria” dei termine già spirato per la proposta di decreto presidenziale per l’individuazione della aree non idonee al’installazione degli impianti eolici), in violazione della norma di legge”.

Di conseguenza, è illegittimo anche il decreto che discende da quella delibera. “Nessuna disposizione di legge – tagliano corto i giudici amministrativi – consente di arrestare il procedimenti in corso in attesa di nuova individuazione di aree non idonee a ricevere detti impianti”. Insomma, un pasticcio. Un nuovo annuncio divenuto un flop. E spazzato via dal vento.

*Aggiornamento ore 14.58
“Amareggiato” per la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della società Novawind per l’istallazione di tre impianti eolici annullando così la delibera di giunta che sospendeva le conferenze di servizi e i decreti dell’ex assessore all’Energia Nicolò Marino, il governatore Rosario Crocetta annuncia che il nuovo piano per la tutela del territorio e del paesaggio è pronto. “L’assessore Calleri e il dirigente Lo Monaco hanno predisposto un progetto articolato che non consente ulteriori, indiscriminate, istallazioni eoliche”, dice Crocetta. Il piano, “l’unico strumento” secondo il governatore “attraverso il quale si può arrestare l’invasione barbarica del territorio”, è al vaglio dell’ufficio legislativo e legale della Regione. “E’ già stato apprezzato dalla giunta che delibererà alla prossima riunione – aggiunge Crocetta – Subito dopo chiederò in conferenza dei capigruppo all’Ars che il disegno di legge venga trattato in via prioritaria per dotare finalmente la Sicilia di uno strumento di difesa”. “Per noi la battaglia contro l’eolico e la battaglia a tutela del paesaggio siciliano e della possibilità di sviluppo turistico della Sicilia – prosegue il governatore – La sentenza del Tar si inserisce in un contesto nel quale la Sicilia ha un livello di concentrazione di eolico insopportabile e che non trova riscontri in altre regioni”. Per Crocetta “proprio l’assenza di un piano è la causa che ha consentito alle aziende dell’eolico di essere autorizzate, alcune di queste sono diretta espressione di Matteo Messina Denaro, come emerso dalle inchieste giudiziarie”. “Sono parecchi coloro che plaudo a questa sentenza del Tar – si rammarica Crocetta – ma non c’è nulla da stare allegri. Chi esprime soddisfazione lo fa unicamente perché non ha mai tentato veramente di proporre una strategia di difesa del territorio, lasciato in balia degli interessi delle multinazionali e qualche volta della mafia”.
Per Crocetta “la sospensione che fu proposta dall’ex assessore Marino doveva presupporre la stesura del piano di tutela del territorio e del paesaggio ma quel piano non arrivò mai, poiché era solo la mappatura dell’esistente”. “E’ soltanto con l’assessore Calleri che abbiamo affrontato organicamente la vicenda”, continua il governatore. Che fa appello all’Assemblea. “Chiedo a tutti i gruppi parlamentari uno sforzo prioritario in nome della Sicilia, chi è soddisfatto per la sconfitta della Regione vuol dire che non ama la Sicilia”. “Inserire ulteriore degrado al paesaggio che non ha alcun riscontro occupazione e produttivo per il territorio è veramente scellerato – conclude Crocetta – Alla ripresa dei lavori dell’Ars proporrò come prioritario questo ddl per mettere definitivamente fine a una pagina nera della regione”.


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