Non è stato ricordato soltanto come uomo, come politico o come palermitano. Angelo Ribaudo, per chi lo ha salutato, è stato “un amico”. Un amico dei suoi cari, della politica e di Palermo. Una grande folla ha salutato il consigliere comunale nel suo ultimo viaggio. “Sognare da soli equivale ad illudersi. Sognare in molti è la realtà. Lui ha creduto in questo”. Sono le parole di padre Gianni Notari a riempire la chiesa di San Giuseppe dei Teatini, quella in cui Palermo ha dato il suo ultimo saluto ad Angelo Ribaudo.
A 56 anni, a causa del male scoperto negli ultimi mesi della sua vita, Ribaudo ha lasciato la moglie Loredana, il figlio Ivan con la sua compagna e la figlia Alessia, con un bambino in grembo. La madre del consigliere è morta questa notte, ventiquattro ore dopo il figlio, all’età di 84 anni. “Un appassionato” lo ha definito Notari, sacerdote e amico di Ribaudo: un appassionato della politica e della vita. Passione che significa anche patire, e lui con Palermo pativa tutte le sue piaghe, ma lì non si fermava. Durante la cerimonia cristiana, il gesto di augurare la pace al vicino è diventato un impegno e un augurio: “quello di un mondo migliore – ha esortato padre Notari – , lo stesso per cui lui si è battuto”.
Ribaudo le sue battaglie le aveva portate avanti soprattutto per l’ambiente, con i Verdi, quando negli anni ’90 è entrato in politica. dalla Provincia al consiglio comunale, dove poi è passato ad Idv, nel 2008. La commozione di questa mattina non si è sfogata solo nelle lacrime. Tanti gli applausi che lo hanno accompagnato fino alla sua ultima sosta, davanti al Palazzo delle Aquile, dove qualcuno lo ricordava ancora con il sorriso il suo rispetto verso l’avversario, le sue proposte costruttive che hanno caratterizzato il suo modo di fare politica, o di chi con Ribaudo ha condiviso la felicità di “essere amico”.