Lupo: "Al Pd serve unità |Raciti ascolti la maggioranza” - Live Sicilia

Lupo: “Al Pd serve unità |Raciti ascolti la maggioranza”

L’intervista. L’ex segretario chiede al suo successore di convocare al più presto la direzione per aprire un confronto e trovare una soluzione unitaria. “Si sta dilaniando il partito in campagna elettorale”. Le Europee? “Era meglio candidare Lumia e Cracolici”

L'intervista
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PALERMO – Giuseppe Lupo è in campagna elettorale. “Ieri a Catania, oggi a Ragusa, poi a Siracusa, a sostegno del Partito democratico”, spiega al telefono. E di Giovanni Barbagallo, il candidato della sua Area dem, “deputato europeo uscente, già deputato regionale, oggi sindaco, una persona che conferma di avere un grande consenso sul territorio – aggiunge l’ex segretario Lupo -. Mi legano a lui rapporti di vera amicizia ma aggiungo che è l’unico vero candidato socio fondatore del Partito democratico”.

Onorevole Lupo, che vi dice la gente che incontrate in campagna elettorale della spaccatura del Pd siciliano?

“C’è grande preoccupazione per queste polemiche continue che stanno dilaniando il partito in campagna elettorale. È da irresponsabili continuare a polemizzare sulla stampa. Serve un partito unito per affrontare la sfida del 25 maggio”.

E cosa andrebbe fatto per trovare questa unità sulla quale in effetti il Pd, e quello siciliano in particolare, non ha mai brillato?

“Convocare gli organismi per un chiarimento che porti all’unità del partito”.

Lei da ex segretario reclama rispetto e centralità per gli organi del partito, ma scusi, quando Crocetta ha dato vita al governo senza aspettare la direzione del partito convocata per l’indomani, era martedì, quello non è stato un comportamento da criticare?

“Crocetta ha annunciato il governo lunedì sera, ma i decreti di nomina li ha fatti il venerdì successivo. Perché allora non si è convocata comunque la direzione di martedì? Non farla è stata un errore. Io l’avrei fatta quella direzione”.

Però lei ha avallato il blitz di Crocetta. Perchè?

“Il partito nazionale mi ha chiesto di chiudere la crisi in Sicilia. Dopo di che, se c’è stato uno scollamento tra partito nazionale e regionale… Io non mi sono mosso in autonomia o da capo corrente, come qualcuno dice. A mio avviso bisognava ricomporre questo scollamento nel più breve tempo possibile. La direzione di martedì era il momento opportuno. Crocetta ha formalizzato la giunta solo venerdì. Quei quattro giorni dovevano servire a ricomporre una posizione unitaria”.

Quindi la responsabilità è del segretario Raciti?

“Io credo sia stato un errore del segretario non riunire la direzione. La sede era quella, non la polemica sui giornali che sicuramente non aiuta il partito. Io un secondo dopo la fine del congresso ho votato la relazione di Raciti in assemblea e in direzione. Dopo di che c’è stata una spaccatura molto forte nell’area che ha eletto Raciti. Che cosa facciamo, a questo punto, fermiamo la Sicilia?”.

Però lei da segretario ha sempre rimproverato a Crocetta la mancanza di legame tra il governo e il partito. E ora però abbiamo un governo nato senza il sostegno del Pd…

“No. Il governo nasce col sostegno del partito nazionale e della maggioranza del Partito democratico siciliano. Se poi c’è una corrente, l ‘area Cuperlo, che decide di bloccare tutto e non convocare più il partito, questo non funziona. Abbiamo discusso? C’è stata una direzione? Non mi pare”.

Lei parla ancora di corrente, ma Raciti è il segretario del Pd o no?

“Fausto Raciti è il segretario del Partito democratico e farebbe bene a convocare al più presto una direzione regionale per verificare l’orientamento di maggioranza degli organismi. Raciti non può disconoscere la maggioranza del partito, deve ascoltare gli organismi e non solo la sua corrente che esprime una posizione minoritaria. Io mi auguro che si possa ritrovare una linea unitaria. Che si può ricomporre solo con un confronto aperto negli organismi, altrimenti restiamo in una posizione di stallo”.

Raciti si deve dimettere se minoritario?

“Nessuno ha chiesto le dimissioni. Raciti deve interpretare l’orientamento di maggioranza del partito. Io mi auguro che si possa trovare una posizione unitaria. La direzione non deve essere una resa dei conti ma l’occasione per ritrovare l’unità. Ogni tentativo va fatto. Senza polemiche che non servono a nessuno e senza personalismi. In un momento drammatico per la Sicilia, alla vigilia della finanziaria bis che riguarda il pagamento degli stipendi ai lavoratori, e per di più in piena campagna elettorale per le Europee”.

Insomma, lei si appella all’unità…

“Io non ho detto una parola i questi giorni. Ho semmai parlato con Raciti la sera in cui Crocetta annunciò che voleva formare il governo. Gli ho spiegato che l’accelerazione era sostenuta dalla segreteria nazionale del partito. Gli altri alleati stavano dando i nomi, bisognava aprire il confronto. Gli ho anche proposto di fare una delegazione per andare insieme da Crocetta l’indomani mattina e trovare una soluzione condivisa”.

Ma cosa ne pensa di questo governo? Lei ha sempre predicato l’esigenza di un governo politico. Questo lo è?

“Credo che abbia sbagliato la coalizione all’inizio ad accettare l’idea che al governo non debbano entrare i deputati. Come si fa a fare un governo politico se si pone un veto sui politici che hanno avuto i voti della gente? Io credo che anche l’area Cuperlo debba dare il proprio contributo e dobbiamo finalmente parlare di contenuti, di programma, di credito di imposta, di strategia di sviluppo per la Regione, utilizzando i fondi comunitari. Bisogna dare fiducia a Crocetta e condividere con lui il rilancio dell’azione di governo”.

A proposito, lei sarebbe favorevole all’ingresso in maggioranza del Nuovo centrodestra?

“No, non sono favorevole. Credo che il governo della Regione debba avere il sostegno di tutto il Partito democratico. Sulle riforme invece giusto aprire un confronto sulle forze di opposizione. Quanto al mio partito, se qualche errore c’è stato da una parte e dall’altra bisogna superare la contrapposizione e trovare una soluzione negli organismi del partito”.

Un’ultima domanda: come valuta la lista del Pd per le Europee?

“Io avrei candidato sia Lumia sia Cracolici: se la questione era o tutti e due fuori o tutti e due dentro, meglio entrambi in corsa per una lista forte e competitiva”.

 


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