PALERMO – “Noi siamo diversi dalla Lega. Se non esistesse il Movimento cinque stelle non voterei mai per Salvini”. Si avvicinano le Europee e gli “alleati” di governo preferiscono riprendere le distanze. Ignazio Corrao, europarlamentare in grande ascesa dentro il mondo “grillino” ci riproverà anche a maggio: “O almeno, ho dato la mia disponibilità, poi saranno i nostri militanti a scegliere sul web”. E sceglieranno in occasione delle “Europarlamentarie” che si svolgeranno in tre fasi: prima a livello regionale, poi a livello di Circoscrizione, infine si procederà con la scelta dei capilista: scelta che dovrebbe spettare al capo politico Luigi Di Maio.
Insomma, Corrao, lei punta nuovamente al parlamento europeo. Immagino però che questa campagna elettorale sarà assai diversa da quella di cinque anni fa. Nel Movimento è cambiato tutto.
“Lo è in effetti. Nel 2014 io come tanti altri non avevamo molta esperienza. Ora abbiamo maturato conoscenze all’interno del parlamento europeo e siamo anche una forza di governo a livello nazionale. Siamo più consapevoli”.
Ma anche più carichi di responsabilità e attese, immagino.
“Non c’è dubbio. Ora siamo un partito che governa il Paese e non poteva essere altrimenti. Dopo avere ottenuto il 33 per cento alle ultime Politiche non potevamo tirarci indietro e dire ai nostri militanti e ai nostri elettori: ‘Abbiamo scherzato’”.
Alla fine, però, il governo si è fatto insieme a un partito che alle scorse elezioni era vostro avversario. Lei ritiene che la sintonia con la Lega possa avere lunga durata?
“Dipende molto anche da cosa si fa al governo. Lì bisogna iniziare a pensare alle prossime generazioni, non alle prossime elezioni. Io credo che la Lega abbia finora pensato solo alle elezioni, cercando di ottenere il massimo nel breve periodo. Noi invece abbiamo lavorato a riforme che porteranno risultati nel medio e nel lungo termine”.
A dire il vero anche il reddito di cittadinanza in questo momento sembra una mossa “elettorale”.
“E invece, se pensa a come è stato costruito, è l’esatto contrario. Se avessimo voluto fare una ‘mossa’ solo per ottenere il consenso, avremmo fatto come Renzi che ha semplicemente messo nelle tasche degli italiani 80 euro. La nostra invece è una riforma complessa, strutturale. E non è assistenzialismo”.
Lei è siciliano e da siciliano certamente ha presente quali saranno gli ostacoli e le insidie maggiori. Penso ad esempio a una realtà come quella dell’Isola dove sono allo stesso tempo alti i numeri che riguardano il lavoro nero e bassi quelli delle persone impiegate per compiere i controlli.
“Certo che ho presente il problema. Però se partiamo dal presupposto che la gente truffa, allora dobbiamo abolire ad esempio anche le pensioni di invalidità. I veri poveri, però, esistono eccome. Noi pensiamo che il sistema di sanzioni, con tanto di possibilità di vedersi contestati reati penali e il fatto che eventuali anomalie verranno verificate e segnalate, convincerà molti ‘furbi’ a non provarci nemmeno”.
Allora le pongo un’altra questione. La Sicilia è anche terra di salari molto bassi. Qui c’è gente che si spacca la schiena anche per seicento, settecento, novecento euro al mese. Perché mai dovrebbe continuare a faticare se può tranquillamente attendere il reddito e, nella peggiore delle ipotesi, non perdere poi nemmeno tanti soldi?
“Il tema è più generale. In molti Paesi d’Europa esiste il salario minimo. E questa è una riforma che dobbiamo portare a casa. Al momento, però, va precisato che il reddito di cittadinanza non è un sussidio, visto che prevede un programma per ogni beneficiario e dei paletti molto stretti”.
Altra questione: i famosi navigator. Chi li assume? Lo Stato attraverso l’Anpal o le Regioni?
“Le Regioni rivendicano la propria competenza, legittimamente, nelle politiche attive del lavoro. Ma intanto spieghiamo che i navigator non saranno assunti in pianta stabile, visto che si tratta al momento di ‘figure sperimentali’”.
Va bene, saranno a tempo determinato. Ma chi assume? Lei sa ad esempio che in Sicilia esiste l’annosa questione dei lavoratori degli ex sportelli multifunzionali. Verranno assunti loro che hanno già fatto attività di politiche attive del lavoro?
“La questione non è così semplice e va vista nel quadro generale, cioè quello nazionale. Vede, così come la Sicilia ha la questione degli ex sportellisti, altre Regioni hanno situazioni simili, penso alla Toscana. E così, ogni Regione finirebbe per fare a modo suo. Mentre attraverso l’Anpal ci sarebbe una maggiore uniformità. Vedremo”.
Lei è responsabile degli enti locali per il Movimento. Come spiega il fatto che il partito, che alle politiche ha ottenuto un consenso straordinario, non riesca a conquistare la Regione?
“Credo che sulle ultime Regionali resterà sempre un grande rimpianto. Avevamo messo in campo le risorse e le energie giuste, ma è mancato semplicemente un elemento numerico: eravamo una lista contro undici degli avversari. Se avessimo avuto un numero maggiore di candidati sono certo che avremmo vinto”.
Ecco, un’altra delle questioni di stretta attualità dentro il Movimento: l’apertura alle liste civiche per vincere anche nei territori.
“Sì, se ci fossimo alleati con movimenti territoriali, ad esempio, che difendono temi specifici ma non vogliono confluire nel movimento, sarebbe stato diverso. Ma parlo di questo, appunto. Di intese con soggetti di questo tipo. Non certo quello che ha fatto Musumeci, visto che poi bisognerebbe affrontare tutti i problemi portati da quelle liste, a cominciare dalle indagini”.
Lei correrebbe per la presidenza della Regione? Magari al prossimo giro?
“Lo escludo al momento. Sarò candidato alle Europee e sarà il mio secondo mandato. Se poi non dovessi essere eletto…”.
Il secondo mandato: è il prossimo tabù che siete pronti a infrangere?
“Su questo punto vorrei essere chiaro: l’eventuale superamento del vincolo del doppio mandato lo stiamo pensando solo per i consiglieri comunali: gente che non vive di politica, guadagna poco o nulla, ma che può mettere l’esperienza maturata nei Comuni a disposizione dei cittadini. Altra cosa sono i consiglieri regionali o i parlamentari nazionali: a quel punto si finirebbe per diventare professionisti della politica”.
A proposito di consiglieri regionali, che da noi si chiamano deputati, come giudica il lavoro del gruppo Cinquestelle all’Ars? Penso ad esempio alla proposta avanzata a Musumeci di un ‘patto’ attorno a un programma scritto insieme.
“Quella operazione era giusta, ma molto complicata. Musumeci infatti è ingabbiato dalle liste e dai partiti che lo sostengono. In realtà il suo ruolo è assai limitato e a comandare davvero sono Micciché, Lombardo e pure Cuffaro. Ma nell’aprire pubblicamente al governatore, Giancarlo Cancelleri ha fatto bene: così come noi abbiamo detto a Salvini di mollare Berlusconi, lui ha chiesto a Musumeci di mollare questi alleati”.
Lei ha fatto riferimento a Micciché. Ha letto? Vuole querelare il Movimento per il report sui costi e sui “ritmi” dell’Ars. Che ne pensa?
“Non mi sorprende affatto. Si tratta infatti delle solite battaglie di Micciché: quelle in difesa dei privilegi, dei superstipendi, dei vitalizi e appunto dei costi spropositati dell’Ars”.
A proposito di vitalizi. Anche lì la tensione è molto alta. Il governo gialloverde dice alla Sicilia: o si tagliano o la Regione perderà settanta milioni. Fermo restando che i deputati regionali da qualche anno non hanno più diritto ai vitalizi.
“Credo sia un fatto di giustizia. Se hai fatto il deputato per un certo numero di anni devi prendere una pensione rapportata alla durata del tuo impegno. Lo status del deputato deve essere equiparato a quello dei cittadini. E il vitalizio non è stato del tutto abolito, ci sono conteggi anche col nuovo sistema che favoriscono e di molto i politici rispetto ai cittadini”.
Passiamo alle vostre, di spese. È sorpreso del fatto che, conti alla mano, come ha raccontato LiveSicilia, alla fine i deputati regionali tra indennità e rimborsi mettono in tasca una cifra, in media, di circa sei-settemila euro? Dov’è finito lo spirito ‘francescano’ degli esordi? Si è passati dalle biciclette di qualche anno fa alle Mercedes e ai Suv? Non nota in questo un mutamento dei Cinquestelle?
“Io credo che l’errore sia negli eccessi: in un senso o nell’altro. Prenda ad esempio le spese rendicontate da Cancelleri in benzina o alberghi: ritengo che per l’attività che svolge spenda anche troppo poco. Poi, sulle auto o tutto il resto, che dire? Ognuno dei suoi soldi ha diritto di fare quello che vuole. C’è chi preferisce vivere in una grande casa o in albergo, c’è chi preferisce possedere una grossa auto e chi un’utilitaria. Io ad esempio non ce l’ho proprio la macchina. Ma di sicuro, l’attività politica in giro per la Sicilia non può essere fatta in bicicletta”.
Torniamo al suo ruolo di responsabile degli enti locali. Nei Comuni avete avuto un po’ di problemi. Penso fin dall’inizio a Gela, a Bagheria ma anche e soprattutto a Palermo. A cominciare dalla vicenda del processo sulle ‘firme false’ alle vecchie amministrative.
“Quella vicenda ha falcidiato purtroppo un gruppo di bravi militanti, di persone perbene, di attivisti della prima ora. Ritengo, al di là dei risvolti giudiziari, che questa questione sia stata gestita molto male dal punto di vista mediatico. E comunque, non c’è ancora una sentenza definitiva in questo senso. Attendiamo”.
Certo. Ma al di là delle questioni giudiziarie, ecco anche i problemi politici e le divisioni. Le faccio due nomi, giusto per rimanere ai tempi più recenti: Igor Gelarda e Ugo Forello.
“In effetti per certi versi qualcosa li unisce, anche se uno è fuori dal Movimento e un altro ne fa parte. Entrambi, infatti, penso avessero aspirazioni che andavano al di là del ruolo che sono stati chiamati a ricoprire. Se sei un consigliere comunale, devi risolvere i problemi dei cittadini di Palermo. Non è loro compito occuparsi di altro”.
Che significa? Che un consigliere non può, ad esempio, esprimere la propria opinione sul tema dell’immigrazione?
“Per carità, certo che può farlo. Ma ritengo sia sbagliato utilizzare il ruolo che ti è stato dato dai cittadini per portare avanti battaglie personali. Avrebbero potuto semmai candidarsi per altri ruoli e portare avanti quei temi nei luoghi e nei modi opportuni”.
A proposito, c’è un’altra cosa, in un certo senso, che unisce Gelarda e Forello: la Lega. Il primo, nel Carroccio è passato dopo aver lasciato il Movimento. Il secondo, spesso polemizza con Salvini soprattutto, come si diceva, sul tema dei migranti. È sempre convinto che il Movimento abbia fatto un buon affare ad allearsi a Roma con la Lega?
“Per rispondere a questa domanda bisogna tornare a quei giorni. Quando abbiamo ottenuto il 33 per cento, le opzioni per fare un governo erano due: la Lega e il Pd di Renzi. La prima, diceva di non voler lasciare Berlusconi, il secondo che si sarebbe limitato a guardare quello che accadeva sgranocchiando i pop corn. Alla fine, qualcuno ha rotto gli indugi”.
Salvini ha rotto con Berlusconi…
“… esatto. Ma questo non deve trarre in inganno”.
In che senso?
“Noi siamo molto diversi dalla Lega. Io stesso non voterei mai per la Lega, nemmeno se non esistesse il Movimento cinque stelle. Credo sia impensabile, poi, votare Lega soprattutto al Centro-Sud. Oggi, mi rendo conto, offre un carro su cui saltare, anche qui in Sicilia. Ma finirà solo per riciclare gente che ha perso la propria referenza politica e vuole restare a galleggiare. Oppure gente che ha provato a saltare sul nostro, di carro, e non gli è stato permesso. Insomma, penso proprio che la Lega avrà un bel po’ di problemi”.
Perché dice questo?
“Perché non esiste un leghista siciliano”.
Magari sono parole da campagna elettorale. O forse semplicemente vi state accorgendo che l’alleanza di governo con la Lega vi sta danneggiando in termini di consenso?
“Probabilmente il rapporto con la Lega ci sta penalizzando, in questo momento. Ma c’è una spiegazione a tutto. Loro stanno usando i Ministeri per fare campagna elettorale. Noi stiamo lavorando alle riforme vere, quelle strutturali. Alla fine proprio per questo motivo ritengo che alla lunga, saremo noi a essere ritenuti davvero affidabili, mentre il consenso Salvini inizierà a calare a causa delle tante aspettative create alle quali non riuscirà a dare una risposta concreta”.
Fa un po’ impressione sentirla dire ‘noi’ e ‘loro’. Siete alleati al governo nazionale…
“Certo. Ma la Lega è anche il partito che qui in Sicilia ad esempio ha corso insieme a Micciché e al resto del centrodestra. Ma su una cosa devo però rendere merito alla Lega: finora si è rivelato un alleato certamente leale. Questo va riconosciuto. Se ci fossimo alleati col Pd non avremmo mai approvato il reddito di cittadinanza”.
Insomma, amici e nemici, allo stesso tempo. Una bella contraddizione. Che finora però premia Salvini e indebolisce voi.
“Io invece credo che molti dei nostri provvedimenti hanno snaturato la Lega. Poi, Salvini è certamente il miglior comunicatore attualmente sulla piazza. Lui ha una vecchia Fiat di trent’anni fa e la sta vendendo come se fosse una Maserati fiammante. Ma non scordiamoci che si chiama Matteo, come Renzi. Magari alla fine finirà per sgonfiarsi anche lui”.