M5S nei feudi di Lombardo e Alfano | Il Pd torna indietro di cinque anni - Live Sicilia

M5S nei feudi di Lombardo e Alfano | Il Pd torna indietro di cinque anni

I grillini conquistano Grammichele e volano nell'Agrigentino e ad Alcamo. I democratici calano e tornano alle percentuali del 2011.

Amministrative
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PALERMO – Si sono impadroniti del feudo dell’ex governatore Raffaele Lombardo. E presto potrebbero piazzare la propria bandierina anche nel Comune che una volta faceva rima con “Papania”, ovvero col “Pd”. Il Movimento cinque stelle in Sicilia continua a vincere. Lo ha fatto nelle scorse amministrative, dove era riuscito a conquistare grossi comuni come Ragusa, Gela e Bagheria. Un “bottino amministrativo” arricchito nelle ultime ore da Grammichele, la città dell’ex leader autonomista. E al quale, tra due settimane, potrebbero essere aggiunti altri centri importanti come Alcamo, in una terra, quella del Trapanese, ormai a fortissima trazione grillina.

E così, il buon risultato cinque stelle a queste amministrative assume anche un aspetto “simbolico”. In fondo, nel giro di pochi anni, i grillini hanno vinto nei due Comuni che hanno dato i natali ai due ultimi presidenti della Regione. Forse, proprio tra quelle strade, è soffiato più forte il vento della protesta contro chi ha governato la Sicilia nelle ultime due legislature. E scendendo dai simboli ai numeri, fa impressione il dato di Grammichele. Lì, la lista del Movimento cinque stelle ha ottenuto il 21,22 per cento: il triplo dei voti del Pd che si ferma persino al di sotto del risultato ottenuto dalla lista “Noi con Salvini” (ribattezzata “Noi con Cannizzo”, dal nome del candidato, che ha superato quota 9 per cento). Una lista, quella “leghista di Sicilia” che ha potuto godere in questo caso sul consenso  del leader regionale Angelo Attaguile.

Ma ancora più clamoroso il 31,42 per cento ottenuto ad Alcamo dalla lista a sostegno di Domenico Surdi. E per due motivi: intanto per la mole incredibile di voti giunta al candidato che alla fine ha ottenuto oltre il 48 per cento, ma anche per il confronto con i numeri dei partiti avversari, Pd in testa, fermo al 10,69 per cento. Un numero che direbbe poco se non si operasse un confronto con le ultime amministrative ad Alcamo, quando i democratici, che allora potevano contare su un”big” come il deputato regionale Nino Papania, avevano sfiorato il venti per cento.

I grillini salgono, così, e il Pd scende. O quantomeno non cresce. E così, l’immagine dei democratici è quella di un partito che – nonostante un proprio governatore in carica, la “ventata” renziana e le massicce campagne acquisti compiute in questi mesi – rimane fermo ai dati del 2011.

Le differenze, in termini di consenso, in competizioni analoghe come quelle delle amministrative precedenti, sono davvero minime. E in qualche caso rivelano un calo dei democratici. È il caso ad esempio di Vittoria, il Comune più grande chiamato al voto, dove il Pd è sceso dall’11,64 per cento di cinque anni fa all’8,21 di questa tornata. Stesso discorso a Lentini (dal 13,16 all’11,39 per cento), a Noto (dall’8,07 al 6,32 per cento), e a Ramacca dove ha perso oltre la metà dei voti (dal 15,8 per cento al 7,16). Migliorano le percentuali solo a Caltagirone (dal 6,64 al 9,29 per cento) e a Favara (dall’8,38 al 12,9 per cento).

Nel resto dell’Agrigentino, invece, il tempo sembra essersi fermato e le differenze tra il 2011 e ieri sono affidati ai decimali, sia a Canicattì che a Porto Empedocle. Ma anche la provincia di Agrigento, che dovrebbe rappresentare il feudo del Ministro dell’interno Angelino Alfano, è stata investita dall’onda a cinque stelle. A Favara, ad esempio, mentre la lista grillina si è fermata sotto l’11 per cento, il candidato sindaco Anna Alba ha ottenuto il maggior numero di voti (oltre il 23 per cento) e si giocherà il ballottaggio con Gabriella Bruccoleri sostenuta dal Pd e da una parte degli alfaniani. Riesce quasi a triplicare i voti della lista, invece, la candidata del Movimento cinque stelle a Porto Empedocle, Ida Carmina: per lei il 36,91 per cento. Andrà al ballottaggio col candidato Pd Orazio Guarraci. Un Partito democratico che da qualche anno ha cambiato verso. Per tornare al punto di partenza.

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