PALERMO – Ugo Forello si trova in una pausa dei lavori del consiglio comunale di Palermo e quando viene avvicinato da Livesicilia, che chiede conferma di quanto appreso recentemente, il volto cambia. Un procedimento disciplinare avviato dal Collegio dei probiviri del Movimento cinque stelle nei confronti di colui che guidò i pentastellati da candidato sindaco alle Amministrative di due anni fa. L’accusa, figlia di diverse segnalazioni arrivate ai vertici negli ultimi mesi, sarebbe quella di avere danneggiato l’immagine del movimento compromettendone l’azione. A qualcuno non sono andate giù le esternazioni di Forello contro l’alleanza con la Lega sancita un anno fa. Un provvedimento disciplinare, inoltre, sarebbe stato aperto anche contro Giulia Argiroffi, collega di Forello a Sala delle Lapidi sotto le insegne grilline.
Consigliere, è sotto procedimento disciplinare?
“Non posso che rispondere affermativamente ma non voglio parlare del merito delle contestazioni, nè creare ulteriori polemiche. Ad ogni modo ho già risposto e sono certo che non ci saranno ulteriori sviluppi, a meno che…”.
A meno che?
“A meno che non si voglia pensare che nel M5s non ci sia libertà di esprimere il proprio pensiero nei modi corretti e non ci sia diritto di critica”.
Amareggiato?
“Dispiaciuto, anche per i comportamenti di alcuni portavoce di Palermo che hanno sempre dimostrato intolleranza, fastidio e difficoltà ad accettare la critica e la possibilità di aprire un dibattito interno rispetto alle scelte nazionali poste in essere da maggio dello scorso anno”.
Da mesi lei è critico nei confronti dell’intesa con la Lega e di altre scelte, non sarebbe meglio lasciare il movimento?
“Ci sono tantissimi elettori M5s che mi hanno manifestato la loro vicinanza, dimostrando di condividere le mie posizioni. Non ho mai tradito i principi costituivi del Movimento cinque stelle nè quei valori che sono stati il motivo per cui uno come me, che viene dalla società civile palermitana e dall’esperienza di Addiopizzo, una delle più nobili avvenute in questa città, si è messo in gioco. Io rimango per portare avanti una battaglia in cui credo, ben conscio che da diversi mesi si è attivata un’azione, anche sotterranea, di denigrazione e isolamento”.
Anche ieri, però, non ha lesinato bordate contro la linea del movimento, forse avrebbe dovuto aspettarsi una reazione.
“Per rispetto della tornata elettorale in corso per più di un mese non ho espresso posizioni di critica rispetto alle dinamiche nazionali. Ho continuato ad agire da consigliere comunale M5s e come vera forza di opposizione all’interno del Consiglio, ma con le elezioni politiche ancora lontane e all’indomani di una debacle elettorale a livello nazionale, che ha visto una forte contrazione di voti a livello locale, mi sono permesso di aprire un dibattito rispetto all’accordo di governo con la Lega. La stessa cosa che hanno fatto altri autorevoli rappresentanti del movimento, come Carla Ruocco, Luigi Gallo e Paola Nugnes”.
Quindi Di Maio dovrebbe dimettersi?
“Ripeto, la penso come tanti esponenti del movimento e in particolare come la senatrice Nugnes, secondo cui la posizione di Di Maio va ridiscussa. Così come lo statuto approvato nel 2017 e le regole di partecipazione degli attivisti. L’unico modo di affrontare questo momento di difficoltà è di aprirsi e non chiudersi, non bisogna avere paura del confronto. Solo così si possono consolidare quelle basi del movimento che in questo momento vacillano”.
Ma quel contratto di governo non le è andato proprio giù?
“In passato ho bollato quell’accordo come ‘tossico’, adesso rischia di essere letale per il movimento. Apriamo una riflessione su questo e sulle decisioni prese dai vertici negli ultimi mesi. Al momento non c’è un reale e autentico confronto, un dibattito interno. Le direttive nazionali cadono cadono sui dirigenti regionali e locali senza possibilità di dibattito, discussione e confronto. Chi ha da ridire viene colpito da operazioni di delegittimazione e di isolamento”.
Parla per esperienza personale?
“Ho subito una serie di atti che mi hanno amareggiato. Sono stato sostituito mesi fa con un provvedimento illegittimo adottato da alcuni consiglieri comunali in accordo con alcuni consiglieri di circoscrizione all’indomani di una presa di posizione a difesa della stampa dopo alcune uscite di Di Maio e Di Battista. Erano frasi espresse dopo l’assoluzione del sindaco di Roma Virginia Raggi, un caso nazionale. Ho sempre preannunciato al gruppo le mie posizioni prima di esternarle pubblicamente”.
Cosa accadde dopo?
“Pochi mesi a seguire mi è stata tolta la possibilità di gestione della dell’account Facebook del M5s Palermo, che io avevo creato nel corso della campagna elettorale per le Amministrative. Da quel momento non sono state più pubblicizzate le mie iniziative, anzi, sono state oscurate. E’ stato anche costituito un gruppo di lavoro interno su una piattaforma telematica che comprende tutti i portavoce che fanno riferimento alla città, dai deputati nazionali fino ai consiglieri di circoscrizione, e io ne sono stato escluso. A tutto questo si aggiungono altre azioni di delegittimazione nei miei confronti e nei confronti degli attivisti a me vicini”.
Alcuni suoi compagni di viaggio a Sala delle Lapidi, però, la accusano di non avere partecipato alle iniziative del movimento.
“Di fronte a tutto questo è normale che non possa avere un rapporto idilliaco con alcuni di loro e che non partecipi ai loro eventi. Le dico una cosa: sono il consigliere comunale M5s più presente in Aula e in commissione, oltre che il più attivo. Mi sono occupato del caso Amap, dei precari del Comune, della crisi Amat e dei controlli del Mef sulle casse di Palazzo delle Aquile. Ogni giorno svolgo le attività che competono alla mia commissione. Dicano ciò che vogliono di me, ma non che io sia uno poco attivo sul territorio”.