"Ma quale doppio incarico? | Ho lasciato la Foss il 3 maggio" - Live Sicilia

“Ma quale doppio incarico? | Ho lasciato la Foss il 3 maggio”

L'assessore regionale alla Famiglia, Ester Bonafede

Intervista all'assessore Ester Bonafede: "Ho già comunicato il mio addio. Ma in attesa che il Cda dell'ente, presieduto dall'assessore al Turismo, nomini il nuovo sovrintendente, la Fondazione orchestra sinfonica non può risentire di un vuoto gestionale".

 

L'incompatibilità
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PALERMO – “Ritengo opportuno precisare che mi sono dimessa dalla carica di Sovrintendente il 3 maggio scorso”. Ester Bonafede respinge le accuse di aver mantenuto per settimane una condizione di incompatibilità, non consentita dall’introduzione delle nuove norme del decreto legislativo dell’aprile scorso. “La nota che mi è stata inviata dall’assessorato al Turismo e firmata dal presidente Crocetta è legata semplicemente all’applicazione di una norma. E a questa nota ho già risposto”.

E allora, che succede?
“Succede che in attesa che il Cda dell’ente, presieduto dall’assessore al Turismo, nomini il nuovo sovrintendente, la Fondazione non può risentire di un vuoto gestionale”.

Insomma, lei è in attesa delle decisioni di governo e Foss.
“Io ho preso posizione. Adesso, gli adempimenti successivi saranno consequenziali alle mie dimissioni”.

Quindi lei sta “accompagnando” la Fondazione verso la nuova gestione.
“Io ritengo che si sia conclusa un’esperienza la cui naturale scadenza era prevista a fine dicembre. La decisione di dimettermi dal ruolo di sovrintendente è legata anche alla impossibilità di dedicare il tempo necessario alla Fondazione, visto che attualmente guido uno degli assessorati più delicati della Regione”.

Eppure, la circolare del presidente chiede (anche) a lei di chiarire la situazione riguardante il “doppio incarico”.
“Ho sempre manifestato, già in passato, la mia intenzione di dedicarmi esclusivamente all’assessorato. Conseguentemente le mie dimissioni erano già preannunziate”.

Adesso, però, potrebbe accadere un fatto paradossale. Dal “doppio incarico” lei potrebbe finire per non ricoprirne nessuno. Il partito che l’ha indicata come componente della giunta, l’Udc, infatti, chiede di porre fine all’esperienza dei “tecnici”. Come ha accolto queste voci? Delusa?
“Guardi, io sono solo riconoscente alle persone che mi hanno indicata in occasione della formazione del governo Crocetta. Le valutazioni credo vadano oltre la mia azione all’interno dell’esecutivo”.

Certamente, però, lei può, dopo sei mesi circa, stilare un primo bilancio di questa esperienza.
“Sarebbe inopportuno che io esprimessi una valutazione sul mio operato. Ritengo certamente di avere svolto il mio mandato con dedizione. Il mio assessorato si occupa di settori nevralgici come le attività sociali e il lavoro. Se questo basta per la mia riconferma in giunta, dovrebbe però chiederlo al presidente Crocetta e all’Udc”.

E com’è, al momento, il rapporto col presidente e col partito che l’ha indicata in giunta?
“Il rapporto con Crocetta e l’Udc è positivo e in costante crescita. Un rapporto armonioso e di grande fiducia reciproca”.

Però le dispiacerebbe lasciare la giunta…
“Faccia la stessa domanda a tutti gli assessori, riceverebbe la stessa risposta. È chiaro che non sarei felice. Ma per un motivo preciso. I primi mesi sono mesi di incubazione, di progettazione. Adesso, finalmente, l’assessorato sta rendendo pubblica tutta l’attività compiuta nella programmazione e gestione delle risorse, delle iniziative e dei bandi a me assegnati. Finora ho dovuto spesso occuparmi soprattutto di emergenze. Penso alla Cassa integrazione, ai Pip, al Ciapi, alla Gesip. Già nei giorni scorsi, però, abbiamo messo mano a provvedimenti e disegni di legge che riguardano, tra le altre cose, le famiglie, le Ipab, l’immigrazione. Sarebbe un peccato fermarsi qui”.

Torno allora alla domanda. Lei non teme di trovarsi, nel giro di poche settimane, dallo stato in cui ricopre un “doppio incarico” a quello in cui non ne ricopre nessuno dei due?
“Io ho fatto una scelta: una scelta di merito. Ho ritenuto fosse più giusto dedicare la maggior parte delle mie energie alla carica di assessore. Non rimpiangerei nulla”.

E la Foss? L’assessore Stancheris ha dipinto un quadro molto fosco: debiti, gestione finanziaria e del personale disastrosa…
“L’assessore è certamente molto presente e sono certa che interpreterà il suo ruolo in maniera totale, dedicando molto tempo alla Fondazione. Sarà già un passo avanti”.

Rispetto al recentissimo passato? Si riferisce alla parentesi-Battiato?
“Certamente Battiato, anche suo malgrado, nei mesi in cui è stato assessore non è stato molto presente, molto interessato alle questioni riguardanti la Foss. Prova ne è, ad esempio, che in quei mesi ci siano stati solo due cda. Quindi è normale che in quel momento l’attività della Fondazione sia stata paralizzata”.

Lei, in qualità di sovrintendente non ha nulla da rimproverarsi?
“Guardi, io ho trovato la Fondazione in condizioni disastrose. Come fai a sistemare quello che… non c’è? Ho dedicato tutte le mie energie e la mia tenacia per salvare questa istituzione, colmando anche alcune deficienze di organico. Il personale, non per colpa sua, non possedeva infatti tutte le competenze necessarie”.

Vale a dire?
“L’inadeguatezza dell’organico era un fatto strutturale. Alcune figure orchestrali erano a tempo determinato, nonostante fossero fondamentali. Mancava un direttore del personale, non ci sono figure importanti come quelle del segretario di produzione, il comparto tecnico è numericamente insufficiente. Però la Fondazione può contare su un numero eccessivo di impiegati amministrativi. E questo fatto, ovviamente, è legato alle scelte politiche compiute in passato”.

Lei crede che le critiche dell’assessore al Turismo fossero legate a quello che lei sta raccontando?
“Io spero solo che l’assessore Stancheris, dopo un normale primo momento di disorientamento, voglia anche comprendere che le istituzioni, e la Foss è una di questa, vadano difese anche per il grande valore che hanno nella società. Bisogna intervenire sulle emergenze, e puntare al risanamento”.

A dire il vero, le parole dell’assessore somigliavano un po’ a una denuncia…
“Io credo sia più utile intervenire, piuttosto che distruggere. L’origine di tutti i mali è la legge che ha trasformato gli enti pubblici in Fondazioni. Ma le Fondazioni non sono mai state, di fatto, mai avviate e l’80% di queste, non solo in Sicilia ma in tutta Italia, sono in dissesto. Capisco che la Stancheris, essendo adesso il presidente, sia particolarmente attenta alla Foss. E comprendo che è ancora più preoccupata, visto che è anche il rappresentante legale. Ma questa è la situazione. Adesso finalmente la Fondazione potrà, alleggerita per l’85% del debito pregresso, con un pubblico ritrovato, con un personale riqualificato completare, anche attraverso la presenza dell’assessore e del suo staff il percorso di risanamento che io ho attivato”.

Con un altro sovrintendente.
“Certamente sì”.


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