PALERMO – È tornata a casa, dopo due anni trascorsi arrangiandosi. È tornata a casa, ma adesso Nunzia ha paura.
A maggio prossimo tornerà libero l’uomo con cui aveva creduto di potere costruire una famiglia. La relazione è naufragata e l’ex marito aveva occupato la casa che lei ha comprato e per la quale sta pagando il mutuo.
È la storia di una relazione tormentata. Le continue liti fra i genitori convinsero il Tribunale per i minorenni ad affidare il figlio della coppia alle cure di una comunità. Dalle indagini, però, erano emerse le responsabilità dell’uomo che picchiava la moglie, poco più che cinquantenne, anche in presenza del bimbo. Da qui la condanna e la dichiarazione di decadenza dalla potestà genitoriale.
In comunità hanno accolto anche la mamma. Madre e figlio hanno trascorso due anni sereni. Il Tribunale li aveva autorizzato a rientrare a casa nei fine settimane. Un ritorno, seppure graduale, alla normalità. Quando l’uomo ha finito di scontare la pena è tornato l’incubo dei maltrattamenti. Il padre si è vivo nell’ex abitazione coniugale e a scuola del bambino. Ha minacciato di morte l’ex moglie. Si è pure introdotto in casa, cambiando la serratura. La donna lo ha denunciato ed è tornato in carcere. Il Tribunale le ha assegnato l’immobile nel rione Acquasanta. Due giorni un fabbro ha forzato l’ingresso. I giudici hanno stabilito che madre e figlio devono vivere insieme
“Mi ha distrutto la vita”, ha raccontato il bambino agli assistenti sociali. “L’uomo è tornato in carcere – racconta il suo legale, l’avvocato Alessandro Musso che è riuscito a fare rientrare la donna nella sua abitazione -, ma a maggio prossimo sarà di nuovo libero. Bisogna fare qualcosa per dare serenità e sicurezza a una donna che si è ripresa la sua vita”.