"Sono i nuovi capi della mafia" | In undici finiscono al 41 bis - Live Sicilia

“Sono i nuovi capi della mafia” | In undici finiscono al 41 bis

Il regime del carcere duro taglia i possibili collegamenti con l'esterno per chi, fino a due mesi fa, avrebbe dettato legge nei mandamenti mafiosi di San Lorenzo-Tommaso Natale e Resuttana.

PALERMO – Il ministro della Giustizia Andrea Orlando usa il pugno di ferro. Su richiesta della Procura di Palermo da oggi undici presunti nuovi capimafia sono sottoposti al 41 bis. Il regime del carcere duro taglia i possibili collegamenti con l’esterno per chi, fino a due mesi fa, avrebbe dettato legge nei mandamenti mafiosi di San Lorenzo-Tommaso Natale e Resuttana.

Ecco gli undici nomi: Girolamo Biondino, Tommaso Contino, Sandro Diele, Giuseppe Fricano, Vito Galatolo, Silvio Guerrera, Pietro Magrì, Filippo Matassa, Domenico e Gregorio Palazzotto, Onofrio Terracchio.

Il blitz interforze – eseguito su richiesta dei pubblici ministeri Teresi, Del Bene, Luise, Paci, Picozzi, Scaletta – il 17 luglio scorso ha ricostruito la mappa del potere nei due storici mandamenti. Il vecchio, il papà, lo zio o semplicemente Mimmo. Girolamo Biondino sarebbe stato il capo. A 66 anni ufficialmente faceva il pensionato. Ed invece avrebbe dettato legge a San Lorenzo. A lui si deve, secondo l’accusa, l’ultima distribuzione degli incarichi a boss e picciotti. Non solo a casa sua, ma pure nel vicino mandamento di Resuttana.

Scarcerato da poco, anche se appena pochi mesi fa si era dovuto trasferire in una casa lavoro di Vasto, in Abruzzo, per scontare un residuo di due anni di pena, Biondino avrebbe preso in mano il bastone del comando, fedele alla linea di una mafia antica di cui la sua famiglia ha sempre fatto parte. Il fratello Salvatore era l’autista di Totò Riina. Era a lui che ci si doveva rivolgere per dirimere questioni delicate. Lo sapevano bene Sandro Diele, a cui sarebbe stato affidato il compito di reggere la famiglia di Pallavicino-Zen. Altro nome nuovo sarebbe quello di Tommaso Contino, piazzato a guidare la famiglia di Partanna Mondello al termine di una cerimonia in pompa magna. Per la sua affiliazione avevano fatto le cose in grande tanto che Diele si rammaricava di non avere ricevuto lo stesso trattamento. A Diele, durante un suo precedente periodo di detenzione, sarebbe subentrato Onofrio Terracchio.

Non erano solo “onori”. Girolamo Biondino doveva sobbarcarsi pure gli oneri del capo. Sulle sue spalle sarebbe gravato il peso di aiutare economicamente le famiglie dei detenuti. Un incarico che sarebbe stato assegnato anche Silvio Guerrera, indicato come il capo della famiglia di Cardillo.

Il nome di Giuseppe Fricano, di fatto, avrebbe spezzato la tradizione che voleva alla guida del mandamento di Resuttana, sempre e comunque, personaggi legati al clan Madonia. Fricano, incensurato e titolare di un’officina meccanica in via Libertà, non lo è. Piuttosto è imparentato con Pippo Calò, vecchio padrino di Porta Nuova. Nel nuovo organigramma dell’Arenella i nomi forti sarebbero quelli di Pietro Magrì, Gregorio e Domenico Palazzotto, mentre all’Acquasanta comanderebbe Vito Galatolo, figlio del boss Vincenzo. Durante la sua assenza da Palermo – Vito ha vissuto a Mestre ed è stato detenuto a Lecce – avrebbe delegato il suocero Filippo Matassa.

Ruoli di vertice, dunque, per tutti gli undici arrestati nel blitz Apocalisse che ha portato in carcere 91 persone. Per loro da oggi vige il regime del 41 bis che tanta spaventa i mafiosi.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI