PALERMO – “Io non mi sento bene… non lo so quanto tiro”. Il capomafia Gaspare Geraci, 89 anni compiuti, decise di abbandonare lo scettro che deteneva da decenni a Chiusa Sclafani, paese dell’entroterra palermitano.
“Don Aspano” avrebbe dovuto essere fra i fermati del blitz “Grande passo 3” dei carabinieri del Nucleo investigativo di Monreale e della compagnia di Corleone. Alla soglia dei novant’anni, però, non si correva il rischio del pericolo di fuga. D’altra parte anche le intercettazioni del blitz confermano che Geraci si era fatto da parte.
La corsa per la sua successione non sarebbe stata priva di scossoni. Alla fine la scelta, con la benedizione di Rosario Lo Bue, reggente del mandamento corleonese, sarebbe caduta su Vincenzo Pellitteri, 62 anni, fra i sei arrestati di venerdì scorso. Il passaggio ufficiale delle consegne sarebbe avvenuto il 9 agosto 2014. “Qua all’ombra siamo”, dicevano i partecipanti che si riparavano chissà dove, certamente in campagna, dal sole che picchiava. All’indomani era lo stesso Pellitteri a vantarsi con i picciotti del clan dell’investitura: “… con Don Aspano abbiamo fatto tutto là… tutto là ieri, due ore… tutto, tutto abbiamo… ha gettato le armi lui, capito?”.
E per non lasciare nulla di intentato Pellitteri riferiva a Paolo Masaracchia, capo famiglia di Palazzo Adriano, che Gaspare Geraci lo aveva presentato a Pietro Campo, indicato dagli investigatori come “storico capomafia di Santa Margherita Belice”, nell’Agrigentino, e attualmente a piede libero: “Pietro Campo. Quel giorno quando don Aspano mi ha portato che abbiamo fatto un poco… don Aspano gli ha detto… ‘ascolta, tu ne conosci due o tre di cristiani, ma l’interlocutore, dice, di tutte queste situazioni, di Contessa, della provincia, di qua dove sono stato io vedi che… è solo lui, ah?’”.
Pellitteri vicino a Geraci lo è sempre stato, solo che anni fa era entrato in contrasto con il “vecchio” ed aveva deciso di lasciare la Sicilia. Nel 2011, però, ha fatto rientro a Chiusa Sclafani, da Pezzana, in Piemonte. Sapeva già, dicono gli investigatori, che presto sarebbe arrivato il suo momento, nonostante qualche parente dell’anziano capomafia scalpitasse. Alla fine, però, tutti dovettero accettare la sua nomina.