PALERMO – Francesco Castronovo, l’uomo che avrebbe picchiato a morte l’avvocato Enzo Fragalà, in carcere c’era già finito nel 2010.
Fu allora che, racconta il pentito Francesco Chiarello, “la mamma di Castronovo si manda a chiamare a Gino Abbate… ci dice ‘ora me figghiu è tuttu cunsumatu, dice, cu l’avi a campari?”. Gino Abbate, che sarebbe stato arrestato nel luglio 2011, soprannominato Gino u mitra, per la sua dimestichezza con le armi, è uno storico boss della Kalsa.
Sarebbe stato lui a tranquillizzare la donna: “Un ti preoccupari ca c’è Francesco (Francesco Chiarello, ndr) qualsiasi cosa che ci hai di bisogno”. Rassicurazioni che avrebbe rivolto direttamente anche a Castronovo al quale, nel frattempo, erano stati concessi gli arresti domiciliari. Secondo Chiarello, il boss della Kalsa era a conoscenza della partecipazione di Castronovo all’omicidio Fragalà: “Ci sediamo e Francesco ci fa ‘u vidi tu niputi Arcuri (Francesco Arcuri, uno dei sei arrestati per l’omicidio del penalista, ndr), come mi cunsumaru pi du fatto di Fragalà… perché già lo sapeva pure Gino Abbate… dice un ti creare problemi… c’è Francesco, ci sono io, non ti dico ogni mese perché non sei affiliato nella lista non ci sei, però, non ti preoccupare ca a carta di 50 euro non ti manca”.