Processo 'Mafia e appalti' | Il pg chiede di confermare condanne - Live Sicilia

Processo ‘Mafia e appalti’ | Il pg chiede di confermare condanne

Salvatore Sbeglia

Il procuratore generale della corte d'appello di Palermo ha chiesto di confermare le pene comminate in primo grado ma anche di condannare Franco Lena (assolto in primo grado) a dieci anni per associazione mafiosa o, in subordine, a cinque anni e sei mesi per intestazione fittizia aggravata dall'agevolazione mafiosa.

PALERMO – Il procuratore generale della corte d’appello di Palermo ha chiesto di confermare le pene comminate in primo grado ma anche di condannare Franco Lena (assolto in primo grado) a dieci anni per associazione mafiosa o, in subordine, a cinque anni e sei mesi per intestazione fittizia aggravata dall’agevolazione mafiosa. Si è conclusa così la requisitoria del pg al processo “Mafia e appalti”, giunto al secondo grado di giudizio.

Il processo riguarda il complesso di affari con la supervisione di Cosa nostra che ha portato all’arresto, fra gli altri, dell’architetto Vincenzo Rizzacasa, titolare dell’Aedilia Venusta, l’azienda cacciata da Confindustria nell’estate 2009, e degli imprenditori edili Sbeglia. In primo grado Rizzacasa è stato condannato a tre anni e 4 mesi di carcere per intestazione fittizia ma senza l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Salvatore (nella foto), Francesco e Francesco Paolo Sbeglia sono stati condannati, rispettivamente, a tre anni e 4 mesi, due anni e 8 mesi e 8 anni e sei mesi. Carmelo Cancemi è stato condannato a 8 anni, Fausto Seidita a 8 anni e 2 mesi, Pietro Vaccaro e Vincenzo Marcianò a 4. A 2 anni di carcere è stato condannato Massimo Troia.

Le pene più alte sono state comminate ai boss di Cosa nostra, Antonino Maranzano e Nino Rotolo (10 anni e 10 mesi e 10 anni). Proprio nel box del capomafia di Pagliarelli erano state intercettate le conversazioni che hanno dato avvio a un’indagine che ha portato a numerosi arresti nel giugno 2010 eseguiti dalla squadra mobile di Palermo.

 


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