Mafia, sequestro da 16,5 milioni | Sigilli a ville e terreni - Live Sicilia

Mafia, sequestro da 16,5 milioni | Sigilli a ville e terreni

Nel mirino i fratelli Ignazio e Giovanni Mannino (nella foto), uno dei quali già arrestato nel 1988 nell'ambito dell'operazione "Iron Tower", portata avanti dal giudice Falcone.

Palermo
di
2 min di lettura

PALERMO – La guardia di finanza di Palermo ha sequestrato, in città e in provincia, tre ristoranti, un’impresa di costruzioni, villini e terreni, oltre a disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 16 milioni di euro. Il provvedimento, eseguito su ordine della sezione Misure di prevenzione del Tribunale, ha riguardato i fratelli Giovanni Angelo Mannino, di Torretta (Pa), 62 anni, e Ignazio Antonino, di 57,  presunti mafiosi e trafficanti di droga. Tra i beni sequestrati vi sono tre ristoranti, un’impresa di costruzioni, villini e terreni intestati a congiunti e familiari dei due ma di fatto riconducibili a loro. I ristoranti sequestrati sono “New parco dei principi”, “Emmanuel”, “Civoleva”.

Il primo già arrestato per associazione a delinquere di stampo mafioso, nel marzo 2010, nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Architetto”. Lo stesso aveva subito un sequestro di beni nel 2012 ed era stato ancora prima coinvolto in inchieste per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e tratto in arresto, nel 1988, nell’ambito dell’operazione “Iron Tower”, il maxi blitz antidroga che scattò tra la Sicilia e gli Stati Uniti grazie alle indagini del giudice Giovanni Falcone.

Il secondo, condannato in via definitiva nel 2010 a sette anni di reclusione, per traffico di stupefacenti, è attualmente imputato di “associazione a delinquere di stampo mafioso” dinanzi alla Corte di Appello di Palermo, presso la quale è stata impugnata la sentenza di assoluzione emessa in primo grado.

Il sequestro ha riguardato beni ed attività economiche intestate a congiunti e familiari dei due “ma di fatto – si legge in una nota delle fiamme gialle – riconducibili a questi ultimi. Infatti, gli accertamenti eseguiti dal Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, uniti agli elementi indiziari acquisiti in vari procedimenti penali agli atti della locale Procura, tra cui anche dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno evidenziato come le disponibilità siano da considerarsi frutto di attività illecite o del reimpiego dei relativi proventi, visto che i redditi dichiarati dai rispettivi nuclei familiari sono risultati palesemente sproporzionati rispetto al valore dei beni e delle attività commerciali possedute”.

 

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI