PALERMO – Diventano definitive le cinque assoluzioni disposte al processo sulla mafia del Borgo Vecchio. Per altri 28 imputati, tutti condannati in primo grado, si attende il verdetto di appello.
Tra gli assolti c’è anche capo ultras rosanero Jhonny Giordano (difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Silvana Tortorici), accusato di concorso esterno all’associazione mafiosa. Il giudice per l’udienza preliminare Donata Di Sarno, lo scorso maggio, non aveva accolto la richiesta di condanna a 10 anni.
La Procura non ha fatto appello, dunque assoluzioni definitive anche per Marilena Torregrossa (difesa dall’avvocato Rosanna Vella), Giorgio Mangano (difeso dall’avv Antonio Turrisi), e Gaspare Giardina.
L’elenco degli imputati condannati per mafia che attendono la sentenza di appello si apre con i fratelli Angelo e Girolamo Monti. Angelo avrebbe mantenuto lo scettro di capo della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, grazie al lavoro sporco del fratello che è stato condannato a 10 anni.
Angelo Monti, invece, ha avuto 4 anni e 4 mesi in continuazione con una precedente condanna. Al suo fianco ci sarebbe stato Jari Ingarao, condannato a 17 anni e 4 mesi. Sono zio e nipote perché la moglie di Monti è sorella della mamma di Ingarao, a sua volta figlio del reggente di Porta Nuova, Nicola Ingarao, ammazzato nel 2007 dai Lo Lo Piccolo di San Lorenzo. Oltre a Jari Ingarao sono stati condannati anche i fratelli Danilo e Gabriele rispettivamente a 8 anni e 8 mesi e 7 anni e 8 mesi.
I boss esercitavano il controllo della borgata anche scegliendo la scaletta delle canzoni nelle feste di piazza grazie all‘impresario Salvatore Buongiorno che, forte dell’appoggio mafioso, avrebbe monopolizzato il settore, organizzando la riffa per finanziare i concerti e decidendo chi dovesse vendere pane e panelle mentre si festeggiava Sant’Anna.
Secondo la parte della ricostruzione che non aveva retto al vaglio del giudice, i boss sarebbero intervenuti pure per fare siglare la pace fra gli ultras del tifo organizzato rosanero che spesso arrivavano alle mani.
Da qui l’assoluzione per Giordano, fondatore delle Brigate Rosanero, per il quale la richiesta di arresto era stata respinta sia dal gip che dal tribunale del Riesame.
Queste tutte le condanne inflitte in primo grado: Paolo Alongi, 6 anni e 8 mesi, Gianluca Altieri 1 anno e 8 mesi, Giacomo Marco Bologna 1 anni e 8 mesi, Salvatore Buongiorno 6 anni e 8 mesi, Giovanni Bronzino 8 anni e 4 mesi, Francesco Paolo Cinà 2 anni e 2 mesi, Giuseppe Pietro Colantonio 1 anno, Domenico Canfarotta 8 anni, Giuseppe D’Angelo 2 anni e 4 mesi, Nicolò Di Michele 2 anni, 2 mesi e 20 giorni, Marcello D’India 8 anni e 4 mesi, Davide Di Salvo 1 anno e 4 mesi, Antonino Fortunato 6 anni e 8 mesi, Salvatore Guarino 13 anni e 4 mesi, Giuseppe Gambino 10 anni, Danilo Ingarao 8 anni e 8 mesi, Filippo Leto 6 mesi e 20 giorni, Giuseppe Lo Vetere 7 anni e 6 mesi, Vincenzo Marino 2 anni e due mesi, Pietro Matranga 5 anni e 6 mesi, Francesco Mezzatesta 2 anni e 4 mesi, Girolamo Monti 10 anni, Emanuel Sciortino 7 anni e 4 mesi, Vincenzo Vullo 4 anni e 8 mesi, Giovanni Zimmardi 13 anni e mezzo