PALERMO – Toglietegli tutto al giovane boss. Tutto, persino la libertà, ma non il suo iPhone. È il segno dei tempi. Di una mafia che cambia. Domenico Palazzotto, secondo l’accusa, era un personaggio chiave della nuova Cosa nostra azzerata dal blitz Apocalisse. Assieme al cugino Gregorio avrebbe diretto la famiglia mafiosa dell’Arenella.
Domenico, a soli 29 anni, sarebbe stato uomo del pizzo. Dei danneggiamenti. Delle macchine mangiasoldi imposte nei bar di mezza città. Era tutto questo, ma anche un giovane dei giorni nostri. Era pronto a tutto. Pensava al peggio lungo il tragitto che lo separava, assieme al cugino, dall’ennesimo lavoro sporco. Ipotizzava il suo arresto, mentre si preparava a chiedere la messa a posto al titolare di un’impresa edile che stava ristrutturando un locale in viale Strasburgo. Ci scherzava su, ma diventava serioso quando in ballo c’era il suo smart phone.
“Io problemi non ne ho… carcere… io mi faccio pure l’ergastolo – spiegava al cugino – a me mi devono dare però un iPhone…”. Erano giorni difficili, il suo telefonivo doveva essere fermo ai box per una riparazione: “Minchia per ora mi sento in carcere senza l’iPhone ti giuro smanio… però buono è che mi ci comincio ad abituare (tornava a scherzare ndr)… perché ogni minuto io ero facebook… cose… minchia è finito?”.
Meglio il carcere, piuttosto che una vita senza internet e telefonino per Domenico Palazzotto, colui che si vantava per il pedigree mafioso. La sua era una famiglia citata nei libri su Cosa nostra. Lo zio, a suo dire, avrebbe addirittura ammazzato Joe Petrosino. Domenico amava ispirarsi ai mafiosi vecchio stampo. Li citava nelle sue conversazioni. “Una persona una volta mi ha detto che… Totò Riina dice che… i soldi appena se li metteva nelle mani, già sapeva quanti erano… sapeva…il peso ci calcolava”, spiegava al cugino. Parlava di “quello Brusca che dice: ‘te lo regalo io… quale vuoi questo?’”, riferendosi a Llussosi orologi Rolex. E che dire di Pino Greco: “… questo scarpuzzedda dice che aveva pure le corna dure… questo era di Ciaculli”.
Boss che hanno scritto la storia di Cosa nostra. Una storia di morte e dolore. Mafiosi che ammazzavano la gente quando i telefonini non c’erano ancora. Oggi ci sono. Sono di gran moda, fra tutti noi. Nessuno escluso. Neppure gli uomini della mafia emergente. Come Domenico Palazzotto. Uomo del pizzo e dei danneggiamenti, dicono gli investigatori. Che scherzava sul fatto che potesse finire in carcere. C’è finito davvero. Senza iPhone.