Catania Mafia, gli arresti e gli ordini del boss catanese dal carcere

Mafia, gli arresti e gli ordini del boss catanese impartiti dal carcere

Intercettazioni e collaboratori di giustizia

CATANIA – Gli ordini sarebbero stati impartiti direttamente dal carcere di Napoli. Da lì, dove si trova recluso, il boss Lorenzo Saitta -sarebbe stato alla regia dell’imponente traffico di droga smantellato ieri dall’operazione “Sottosopra” eseguita dai carabinieri e coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Sturiale e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.

Salvuccio Scheletro, così com’è conosciuto Saitta negli ambienti mafiosi, avrebbe avuto a sua disposizione addirittura un telefono cellulare: era così che dal carcere di Secondigliano riusciva a tenersi in contatto con i suoi sodali. A testimonianza del modus operandi, vi sono tutta una serie di intercettazioni e di dichiarazioni di collaboratori di giustizia (Filippo Scordino e l’ex reggente dei Nizza, Salvatore Scavone) che, però, non avrebbero del tutto formalizzato il suo agire verticistico: per questo motivo la gip Daniela Monaco Crea non ha emesso alcuna misura cautelare nei suoi confronti.

Ordini e decisioni

Resta il fatto che per gli investigatori, Saitta esponente dei Santapaola di San Cocimo, ed i fratelli Santo (detto Melo) e Federico Giosuè Livoti assieme a Anthony Carmelo Spampinato, “dando prova di grande carisma criminale ed indubbie capacità organizzative”, sarebbero riusciti a compattare attorno alle loro persone un numero di associati, alcuni dei quali anche componenti il loro nucleo familiare e a gestire in regime di monopolio lo spaccio agli alloggi popolari di viale Nitta 12, con una organizzazione verticistica e piramidale nella quale regolamentavano l’attività, gestendo ogni passaggio e prendendo in prima persona ogni decisione significativa.

La latitanza e il debito

Un’inchiesta che sarebbe partita sulla scorta della latitanza del genero di Saitta, ovvero, Tony Trentuno: poi finito in manette. Una fase nella quale si sarebbe accumulato un debito economico preoccupante e che diventa oggetto di una intercettazione quasi decisiva ai fini dell’indagine. 

Nella conversazione telefonica Saitta faceva i conteggi del debito – 270 mila euro meno 50 mila già pagati – e Finocchiaro che, in merito alla questione discussa (“…la storia che sappiamo noi, con quelli che sei li tu!”) rappresentava quale fosse la cifra pretesa: 349 mila euro più altri 177 mila euro per un totale di 517 mila euro, dal gruppo di persone di cui alcune detenute nello stesso carcere Saitta.
Secondo quest’ultimo la cifra sarebbe cresciuta a causa di un’incomprensione e, in attesa del chiarimento, Finocchiaro aveva preso tempo.

L’intercettazione

SAITTA: te la posso dire una parola, invece ma sta cosa vedi che c’è una incomprensione enorme vita (si accavallano le voci incomprensibile) aspetta vi… io mi voglio impegnare, stiamo parlando per questa storia qua, giusto?

FlNOCCHIARO: ma la storia che sappiamo noi con quelli che sei li tu! SAITTA: eh… ma li c’è un incomprensione enorme (si accavallano le voci incomprensibile) ascoltami io sono con te, non contro di te, se io ho l’impegno la volontà di aiutarlo e cercare di evitarla questa situazione e di chiuderla nel piÙ breve tempo possibile (incomprensibile) ma vedi che questi qua sono scemi lo sai perchè? allora io potrei dirtL.incomprensibile… anche di piÙ, perchè non devo pagare! 

FlNOCCHIARO: no no io gli devo dare quello giusto, forse non l’hai capito, difatti (si accavallano le voci incomprensibile) mi fai sapere!
SAITTA: ascoltami (si accavallano le voci incomprensibile) se io porto un conto di duecentoventi… incomprensibile! 

FlNOCCHlARO: aspetta amore, aspetta amore, mio nipote mi ha detto duecentosettanta!
SAITTA: aspetta…incomprensibile…cinquantamila euro io glieli ho datL.incomprensibile duecentoventi ci siamo? 

FlNOCCHIARO: eh! come mai questo ieri portava cinque e diciassette! SAITTA: questo porta un conto di trecento cinquanta mi dice questo qua appresso!
FlNOCCHIARO:
No ora mi ha detto che era cinque e diciassette!
SAITTA: no e allora te la posso dire una parola, io non mi ci metto più!

FlNOCCHIARO: tre e quarantanove prima e centosettantasette dice dopo, ma mio nipote mi sta dicendo, no Zio non è così! 


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