Da "Johnny Stecchino" alla realtà | Ma l'indagato resta in carcere - Live Sicilia

Da “Johnny Stecchino” alla realtà | Ma l’indagato resta in carcere

Nicola Geraci e l'attore Roberto Benigni

Muoveva la mano nervosamente, come benigni nel famoso film. Invocava la mamma e parlava di polpette. Per i giudici, però, uno dei 94 arrestati del blitz antimafia Apocalisse altro non è che un simulatore.

PALERMO - IL CASO
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PALERMO – Muoveva la mano nervosamente. Invocava la mamma e parlava di polpette davanti ai pubblici ministeri che lo interrogavano. Nicola Geraci, arrestato nel blitz antimafia Apocalisse, si è finto pazzo per ottenere la scarcerazione. Il giudice per le indagini preliminari gli ha risposto picche sulla base di una perizia psichiatrica. L’esperto, convocato nel corso di un incidente probatorio, lo ha bollato come simulatore. Nonostante i suoi difensori nell’istanza di scarcerazione avessero sostenuto che Geraci fosse affetto da schizofrenia e oligofrenia, il giudice ha respinto l’istanza: l’indagato è capace di intendere e volere.

Ai magistrati della Procura di Palermo era apparso da subito che simulasse. Consideravano i suoi tic ispirati a Dante, il personaggio buono interpretato da Roberto Benigni nel film Johnny Stecchino. Dante muoveva la mano destra nervosamente cercando di truffare l’assicuratore che doveva liquidargli i danni.

I pubblici ministeri hanno depositato nel fascicolo le intercettazioni che coinvolgevano Geraci, 39 anni, soprannominato biscottino, considerato affiliato al clan di Resuttana. Viene indicato come uno degli uomini di fiducia del presunto capo mandamento Giuseppe Fricano che a lui avrebbe affidato il business del caro estinto.

Antonio Siracusa (uno dei 94 arrestati del blitz) raccontava di essere stato contattato da tale Carlo, associato a un’agenzia di pompe funebri, il quale si era offerto di gestire il “mercato” che ruotava attorno all’ospedale “Villa Sofia”. Carlo, però, doveva aspettare senza pretendere nulla. Al momento c’era già chi Siracusa gli aveva risposto che al momento c’era già chi se ne occupava: “Questo Carlo – diceva Siracusa – dentro a Villa Sofia, lui lo sa come sono le tarantelle… giustamente mi fa: che fa me la sbrigo io? No! Per ora c’è chi se la spirgugghia (se la sbriga, ndr)”. E Geraci si vantava dei risultati: “Ci stiamo muovendo bene”.

 


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