Mafia, nelle lettere degli imputati la cronaca di un delitto

Mafia, nelle lettere degli imputati la cronaca di un delitto

L'omicidio del fioraio Angelo Bertolo del 1994. La requisitoria del processo Thor. SESTA PUNTATA
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CATANIA –  È stato ammazzato tra i suoi fiori. I fiori, che per un inquietante scherzo del destino, vendeva a chi andava a salutare i defunti. Angelo Bertolo è stato trovato crivellato da 9 colpi calibro 9 parabellum alla testa e al torace nella sua bancarella a due passi dal cimitero. I poliziotti della Squadra Mobile di Catania hanno setacciato la scena del crimine, la scientifica ha repertato 10 bossoli.  

La svolta dalle dichiarazioni di Squillaci

È questo un altro delitto senza colpevoli che è stato risolto grazie alle dichiarazioni di Francesco Squillaci. Non usiamo il condizionale perché per questo delitto gli imputati sono rei confessi. Ma andiamo per ordine. E seguiamo la linea della requisitoria del pm Rocco Liguori del processo – stralcio abbreviato – Thor.

Accusati di questo delitto, commesso il primo luglio 1994, sono Ferdinando Maccarrone, Nunzio Zuccaro e Nunzio Cocuzza.

Il favore al boss dei Laudani

Il magistrato è partito dal verbale del pentito ‘martiddina. “L’omicidio del fioraio, il cui fratello era soprannominato Giraffa, era stato commesso da Nunzio Cocuzza e Ferdinando Maccarrone”. Il collaboratore ha ricordato che “Nunzio Zuccaro gli aveva detto che bisognava fare questo omicidio per fare un favore a Pippo Di Giacomo, reggente dei Laudani e mandante dell’omicidio dell’avvocato Serafino Famà”. 

Zuccaro ha chiesto a Squillaci di potergli “dare la disponibilità” di due dei suoi uomini. Il pentito ha dato il consenso a “fornire i due killers”. “L’omicidio – ha spiegato Liguori al gup – è stato commesso da Cocuzza, mentre Maccarrone ha guidato la macchina con i killer. Inizialmente la pistola di Cocuzza si è inceppata e la vittima ha iniziato a scappare. Quindi Cocuzza si è fatto dare la pistola da Maccarrone, lo ha inseguito e lo ha ucciso”. 

Ancora una volta la mafia ha ammazzato senza una ragione valida. “La vittima era una persona innocente, era stata uccisa solo per fare un favore a Di Giacomo”. Ma non si sa perché il boss dei Laudani non avesse utilizzato il suo gruppo di fuoco. 

Le confessioni del killer

Ferdinando Maccarrone è un collaboratore. Già nel 1999 ha raccontato di avere commesso un omicidio davanti al cimitero. Ha sbagliato l’anno, ma il riferimento è chiaro. Il killer ha indicato Cocuzza, fratello di Giuseppe, come il complice del delitto. In quelle dichiarazioni si è fatto riferimento non solo a Nunzio Zuccaro, ma anche a Raimondo Maugeri (ucciso oltre dieci anni fa, ndr). I due dopo l’arresto di Santo Battaglia sarebbero diventati i reggenti del Villaggio Sant’Agata. E sarebbe stato quel gruppo a mettere a disposizione le armi, che avevano trovato sotto il sedile della Fiat Tipo (forse, ndr) con cui sono andati al cimitero. Maccarrone ha raccontato i dettagli dell’inseguimento dopo che la pistola di Cocuzza si è inceppata. Con l’auto avrebbero investito le bancarelle mentre Bartolo scappava. Maccarrone dal finestrino avrebbe sparato ferendolo, poi avrebbe passato la pistola a Cocuzza che una volta sceso dalla macchina avrebbe sparato in testa. 

C’è stato anche Fortunato Indelicato che ha parlato di questo delitto. Cocuzza avrebbe parlato di aver ammazzato “Giraffa” vantandosene durante il processo Orsa Maggiore. 

Le lettere degli imputati

Liguori ha evidenziato nella requisitoria che “c’è divergenza nell’individuazione del movente” rispetto alle rivelazioni dei vari collaboratori, ma “che a sparare siano stati Maccarrone e Cocuzza su incarico di Raimondo Maugeri e Nunzio Zuccaro non possono esserci dubbi e questo anche perché dopo l’ammissione del giudizio abbreviato sia Nunzio Cocuzza che Nunzio Zuccaro hanno depositato una memoria nel corso della quale ammettevano le loro responsabilità rendendo una ricostruzione dei fatti abbastanza dettagliata”.

“Chiediamo scusa ai familiari della vittima”

Cocuzza ha scritto che “esecutori materiale erano stati lui e Ferdinando Maccarrone, la vittima si trova al cimitero di Catania dove aveva una bancarella di fiori e l’autovettura e le armi erano state consegnato da Zuccaro e Maugeri. Si erano recati sul posto con una macchina guidata dal Maccarrone e appena avevano visto Bertolo, Cocuzza era sceso dalla macchina e aveva iniziato a sparare, la sua pistola si era inceppata, la vittima aveva continuato a scappare per la bancarella. Lui era risalito in macchina e avevano inseguito Bertolo. Poi Maccarrone aveva fatto fuoco ferendolo, aveva passato la pistola a Cocuzza che era sceso dall’auto e aveva sparato il colpo finale”. L’imputato ha terminato il suo scritto “chiedendo scusa ai familiari della vittima”. 

Zuccaro “ha riferito che l’omicidio era stato disposto da Raimondo Maugeri, che ovviamente – ha precisato Liguori – non si può difendere perché è stato ucciso e che lui non era a conoscenza del movente, quindi esclude di aver riferito il movente allo Squillaci o al Maccarrone. Lui non poteva opporsi a un ordine di commettere un omicidio. Ci tiene – ha sintetizzato il pm – a ridimensionare le sue responsabilità. Lui non poteva opporsi a un ordine di commettere un omicidio, né poteva chiedere i motivi e quindi si era limitato ad organizzare l’omicidio servendosi di Maccarone e Cocuzza, cui aveva fornito le armi ricevute da Maugeri. Aveva utilizzato delle macchine rubate e il suo compito era stato quello di fornire le armi e di riprendere i killers subito dopo l’omicidio. Anche Zuccaro termina lo scritto con le scuse ai familiari della vittima”.

“Quindi – ha concluso Liguori – anche per questo omicidio sostanzialmente tutti gli imputati sono rei confessi”. 

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