L'omicidio di Mico Geraci, l'accusa per i boss Rinella regge - Live Sicilia

L’omicidio di Mico Geraci, l’accusa per i boss Rinella regge

Mico Geraci
La decisione del Tribunale del Riesame

PALERMO – Ricorso respinto. Il Tribunale del Riesame conferma l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i fratelli Salvatore e Pietro Rinella, mafiosi di Trabia, accusati dell’omicidio del sindacalista Mico Geraci. I pubblici ministeri Giovanni Antoci e Bruno Brucoli si erano opposti all’istanza della difesa.

Geraci fu assassinato l’8 ottobre 1998 a Caccamo. Secondo l’accusa, i due indagati fecero “una cortesia” a Bernardo Provenzano. L’indagine è dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reperto operativo del Comando provinciale.

I mafiosi del paese in provincia di Palermo chiesero a Provenzano di sbarazzarsi del sindacalista della Uil e politico che ostacolava gli interessi di Cosa Nostra: dalle concessioni edilizie ai contributi agricoli, dal piano regolatore alla distribuzione dell’acqua. Geraci stava per candidarsi a sindaco.

Provenzano diede l’ordine di ucciderlo, scavalcando il capo mandamento di Caccamo Nino Giuffrè che si era opposto perché temeva la reazione delle forze dell’ordine. I Rinella (entrambi già detenuti all’ergastolo) si affidarono ai killer Filippo Lo Coco e Antonino Canu che qualche anno dopo sarebbero stati assassinati. Erano considerati due cani sciolti.


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