Mafia, operazione "Nuovo Corso" |In carcere 4 affiliati dei Cursoti - Live Sicilia

Mafia, operazione “Nuovo Corso” |In carcere 4 affiliati dei Cursoti

Colpevoli di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga e detenzione d'armi clandestine da guerra.

La sentenza della Cassazione
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CATANIA – Finiscono definitivamente in carcere Alessandro Giuffrida, (cl.1985), Andrea Giuffrida, (cl.1982), Emanuele Intravaia, (cl.1978) e Domenico Cilenti, (cl.1968). Tutti pregiudicati ritenuti affiliati del clan Cursoti e arrestati ieri dagli agenti della squadra mobile in seguito all’emissione di un ordine di carcerazione da parte della Procura presso la Corte d’Appello di Catania. I quattro erano stati tratti in arresto nel mese di maggio del 2012, nell’ambito dell’operazione “Nuovo Corso”, blitz che aveva coinvolto 23 persone, appartenenti all’organizzazione mafiosa nonché ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi clandestine e da guerra, ricettazione ed altri reati aggravati dal metodo mafioso. 

Adesso dovranno espiare rispettivamente: Alessandro Giuffrida la pena più alta di 9 anni di reclusione; Andrea Giuffrida la pena di 5anni, 1 mesi e 20 giorni di reclusione; Emanuele Intravaia la pena di 1 anno, 7 mesi e 17giorni di reclusione e Domenico Cilenti la pena di 4 mesi e giorni 24 di reclusione. 

I destinatari dei provvedimenti restrittivi erano stati condannati, con sentenza del 6 ottobre 2017 dalla Corte d’Appello di Catania, divenuta definitiva il 13 luglio del 2018 a seguito della pronuncia della Suprema Corte di Cassazione – perché ritenuti colpevoli, del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, e, a vario titolo, dei reati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi clandestine e da guerra e ricettazione, aggravati dalldal metodo mafioso. 

Nell’ambito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile, Domenico Cilenti era stato posto in stato di fermo, nel novembre del 2011, poiché gravemente indiziato dei reati di detenzione e porto illegale di armi da fuoco clandestine, materiale esplodente e della relativa ricettazione, in seguito al sequestro di un ingente quantitativo di armi (n.1 fucile mitragliatore, n.3 fucili, di cui n.1 a canne mozze, n. 5 pistole semiautomatiche, n. 1 revolver, n. 1 bomba a mano ed ingente munizionamento), rinvenute all’interno di un elegante stabile sito nei pressi della zona dell’Antico Corso, centro nevralgico delle attività illecite del clan dei Cursoti. 

I quattro si trovano ora rinchiusi nel carcere di Bicocca.

 

 

 


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