PALERMO – Ancora risulta irreperibile, ma fra poco Giovanni Vitale, 47 anni, sarà ufficialmente un latitante. A Resuttana lo conoscono tutti con il soprannome il “Panda”, oppure il “Tignuso”. Il mese scorso sono andati a notificargli il ripristino di una misura cautelare decisa dalla Cassazione e non lo hanno trovato in casa. Si attende l’ultimo passaggio formale. Nelle prossime ore il suo status di latitante sarà ufficializzato in un atto della Corte d’appello di Palermo.
Vitale in carcere c’è finito più volte. Quattro per la precisione, ma è stato sempre scarcerato. E doveva tornarci nell’ambito della vicenda per la quale ha rimediato una condanna in secondo grado a quattro anni. Avrebbe tentato di imporre il pizzo ai titolari di due discoteche. La “tranquillità” costava 5 mila euro una tantum e 500 euro al mese. Che presto diventarono 20 mila euro. Gli imprenditori non pagarono e lo denunciarono.
Non è stata la condanna, di certo non pesante, a fargli prendere la decisione di darsi alla macchia. E forse neppure quella a otto anni e quattro mesi che gli è stata inflitta lo scorso aprile. Il processo era quello denominato Apocalisse che vedeva alla sbarra l’intero clan di San Lorenzo. L’accusa era molto più pesante, perché Vitale sarebbe stato il più fidato dei collaboratori, specializzato nella raccolta del pizzo, di Giuseppe Fricano che del clan di Resuttana veniva considerato il reggente. Vitale seguiva il dibattimento a piede libero.
Ecco che forse è un’inchiesta per droga, da cui potrebbe scaturire una stangata giudiziaria, che gli avrebbero fatto prendere la decisione di scappare. Carabinieri e poliziotti gli danno la caccia da un mese. Finora di Vitale nessuna traccia.