CATANIA – “Nessuno scambio politico mafioso”. Il deputato regionale, già componente della commissione antimafia dell’Ars, Giuseppe Castiglione, ha risposto così al gip Anna Maria Cristaldi. Si è svolto questa mattina l’interrogatorio di garanzia del politico, difeso dall’avvocato Salvo Pace.
L’interrogatorio di Castiglione
L’interrogatorio è durato all’incirca tre quarti d’ora. Al termine il suo legale si è riservato di fare ricorso al Tribunale del Riesame di Catania. Castiglione ha sostenuto che Giuseppe Coco, al pari di un altro dei 27 indagati (a piede libero) nell’inchiesta dei Ros “Mercurio”, era un dipendente dell’Amts.
Mai, ha sostenuto il deputato dinanzi al Gip, avrebbe immaginato che Coco e l’altro indagato fossero vicini al clan mafioso dei Santapaola-Ercolano. Secondo Castiglione, ad ogni modo, i due non gli avrebbero chiesto in nessuna occasione nulla di strano.
Castiglione, secondo l’accusa formulata dalla Dda, avrebbe ricambiato il sostegno elettorale con l’affidamento di “lavori pubblici e di servizi pubblici, tra cui quello dei servizi funebri connessi alla gestione del Cimitero di Catania, nonché l’apertura di una nuova agenzia di onoranze funebri”.
In relazione alla delibera per il regolamento cimiteriale, lui ha sostenuto che sarebbe stata redatta dalla Giunta comunale e per questo, siccome c’era in ballo un finanziamento di un milione di euro, su richiesta dell’amministrazione sarebbe stata messa rapidamente in votazione.
L’inchiesta per mafia e politica a Catania
I prossimi giorni saranno cruciali per l’inchiesta e per la posizione di Castiglione, che a breve passerà dinanzi a un collegio di tre giudici del Tribunale di Libertà.
Intanto ieri Castiglione ha espresso la volontà di dimettersi dal Gruppo ‘popolari e autonomisti’ e dalle commissioni legislative di cui era componente (Affari istituzionali e Antimafia).
Questa mattina a Palermo il presidente della Commissione antimafia dell’Ars Antonello Cracolici, dal canto suo, ha annunciato di aver avviato le procedure per la sua decadenza.