"Cade l'accusa di mafia"| Dissequestrati due storici locali - Live Sicilia

“Cade l’accusa di mafia”| Dissequestrati due storici locali

L'avvocato Salvo Priola

Sono il pub Villa Giuditta e il Dancing Club. La famiglia che li gestisce aveva denunciato gli uomini del racket, ma si era ritrovata invischiata in un'inchiesta per intestazione fittizia di beni. Il Tribunale ha annullato il sequestro.

PALERMO – Sequestro annullato. Restituiti al proprietario due storici locali palermitani: Villa Giuditta di via Resuttana e Dancing club di viale Piemonte.

Il legale rappresentante della Villa Giuditta srl è Francesca Maria Lesto, 28 anni, finita sotto inchiesta per intestazione fittizia di beni con l’aggravante di avere favorito la mafia. Quando nel 2013 i carabinieri azzerano il mandamento mafioso di Bagheria, secondo l’accusa, era emerso che dietro i due locali ci fossero gli interessi di Michelangelo Tinnirello, mafioso di Corso dei Mille, e di Antonino Zarcone, boss di Villabate e oggi collaborare di giustizia. L’unica fonte di accusa era costituita da alcune intercettazioni telefoniche.

La Corte di Cassazione, però, nel giugno scorso, accogliendo il ricorso del difensore, l’avvocato Salvo Priola, aveva annullato con rinvio il sequestro dei due locali, sul presupposto che le risultanze investigative risultavano frammentarie e che le intercettazioni captate risultavano “oggettivamente confuse” e non idonee a costituire valido elemento indiziante.

Nel frattempo, però, sempre a Palermo il giudice Nicola Aiello ha condannato a quattro anni di carcere Giovanni Vitale, soprannominato ”Giovanni u panda”, per tentata estorsione in concorso, aggravata dai metodi mafiosi, ai danni dei due locali notturni. La “tranquillità” per la famiglia Lesto costava 5 mila euro una tantum e 500 euro al mese. Che presto diventarono 20 mila euro. Fino a quando i Lesto non decisero di denunciare l’estorsione.

La condanna ha avuto ripercussioni nel processo in cui il Tribunale della libertà è stato chiamato ad esprimersi sul sequestro dopo il rinvio della Cassazione. “Come possono finire nel mirino del racket due esercizi commerciali i cui veri titolari sarebbero due soggetti indagati per mafia?”, ha sostenuto l’avvocato Priola. Il Tribunale, presieduto da Giacomo Montalbano, gli ha dato ragione, annullando definitivamente il sequestro e disponendo la restituzione dei due locali.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI