Mafia, omicidio Enzo Timonieri: a processo killer e mandanti - Live Sicilia

Mafia, omicidio Enzo Timonieri: a processo killer e mandanti

Gli imputati dovranno presentarsi in aula il 6 maggio prossimo.
UCCISO E SEPPELLITO
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CATANIA – Natale Nizza e Sam Privitera dovranno affrontare un processo per omicidio. L’assassinio è quello di Enzo Timonieri, il 26enne di San Cristoforo ucciso a febbraio 2021 con tre colpi in testa e poi seppellito nelle dune di Vaccarizzo. Un caso di lupara bianca, in perfetto stile mafioso. Alla sbarra anche i due pentiti che hanno permesso di ritrovare il cadavere lo scorso giugno, i fratelli Michael e Ninni Sanfilippo. La decisione – quasi scontata – è arrivata ieri a tarda serata.

Il gip Luca Lorenzetti ha accolto la richiesta dei pm Lina Trovato (che ieri ha discusso in aula), Rocco Liguori e Alessandro Sorrentino. L’udienza preliminare è cominciata con l’annuncio del deposito della copia forense di uno dei cellulari di Sam Privitera che essendo stato disposto con l’istituto dell’incidente probatorio entrerà di diritto nel processo. I quattro imputati dovranno presentarsi davanti alla Corte d’Assise di Catania il 6 maggio prossimo.

Enzo Timonieri, spacciatore inserito all’interno del gruppo Santapaoliano dei Nizza, sarebbe stato ammazzato per fermare le sue ambizioni criminali. Avrebbe voluto creare una sua impresa della droga approfittando dei canali con i fornitori napoletani. Ma questo non sarebbe piaciuto a Natalino Nizza e Sam Privitera, indicati precisamente come i referenti del gruppo mafioso di San Cristoforo e Librino, che avrebbero deciso di eliminarlo.

Timonieri è stato attirato in una trappola: sarebbe salito in auto con i fratelli Sanfilippo, transitati da qualche mese in Cosa nostra, per andare a recuperare un arsenale. Durante il viaggio sarebbe stato freddato da Michael Sanfilippo. Poi arrivati nella frazione marinara il corpo sarebbe stato gettato in una fossa. Una ricostruzione investigativa fatta incrociando le dichiarazioni dei fratelli diventati collaboratori di giustizia e dalle intercettazioni scattate dopo la denuncia di scomparsa di Enzo Timonieri.

Ma negli ultimi mesi si sono aggiunte al quadro accusatorio – come anticipato da LiveSicilia – anche i verbali dell’ex capo dei Nizza Salvatore Scavone, detto Pappagone, che avrebbe ricevuto la confessione direttamente da Natalino Nizza, figlio di Giovanni “banana” e nipote dell’uomo d’onore Daniele. Nonché nipote dei fratelli narcotrafficanti Andrea e Salvatore Nizza. In famiglia, inoltre, c’è anche il collaboratore Fabrizio Nizza.


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