PALERMO – I segreti della mafia raccontati dal pentito Tantillo. Il punto più rilevante è quello degli equilibri all’interno delle famiglie più importanti. Il mensile “S” dedica uno speciale ai verbali e alle foto segrete di Cosa nostra.
“Elio Ganci – dice il pentito Tantillo – è stato anche il reggente della famiglia del Borgo Vecchio per un periodo alle dipendenze di Fabio Manno… per un anno, nel 2008, in cui lo abbiamo sostenuto fino al giorno… no, fino al mese prima che uscisse dal carcere… quando è uscito dal carcere lui è la persona che noi abbiamo… ci abbiamo parlato per, se un giorno arrivava il nostro arresto lo avremmo… lui avrebbe preso il nostro posto, in cui abbiamo parlato con lui e lui ha detto di si, e noi lo abbiamo riferito a Paolo Calcagno, in cui ci ha detto che andava bene… dal momento in cui è uscito lui passava, ci salutavamo, ma si teneva in disparte visto che doveva essere un dopo di noi, quindi non poteva rischiare di farsi vedere con noi e farsi arrestare… lui pensa anche per il mio sostenimento e quello di mio fratello, quindi…”.
E arrivò il giorno della successione. Tantillo, che era già in carcere, seppe “per tramite di mio nipote Luigi Miceli… tramite mio nipote lo so che ha iniziato a gestire lui e che Fabio Bonanno si occupa di estorsioni, perché già si è occupava di estorsioni quando c’eravamo anche noi”.
Il pentimento di Francesco Chiarello aveva sconquassato il clan. Ha svelato innanzitutto la macchina del pizzo. Nelle mani di Chiarello era finita la lista dei commercianti vittime delle estorsioni un tempo gestita da Gaspare Parisi. Molti hanno ammesso, seppure costretti dai militari, ad ammettere. Altri hanno negato anche l’evidenza. Era inevitabile che si passassero il testimone visto che i due avevano lavorato fianco a fianco. Le immagini che li ritraggono assieme iniziano nel 2011. Sul mensile “S” in edicola tutte le foto e i particolari.