CATANIA – Avrebbe brutalmente picchiato la compagna, facendogli un occhio nero e minacciandola di morte davanti ai figli id 4 e 9 anni. Per questo un quarantatreenne di origini tunisine è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione Piazza Dante.
Le accuse sono maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Ieri sera, secondo quanto si apprende, in caserma si è presentata la donna, una quarantanovenne originaria dell’Europa dell’Est. Aveva un occhio tumefatto e tentava di rassicurare il figlioletto che aveva in braccio.
Secondo quanto si apprende, aveva deciso di dire basta alle violenze e alle angherie subite dall’uomo. Ha detto di vivere con lui da circa 13 anni, di aver dato alla luce due figli con lui ma che quell’uomo, dopo esser stato arrestato per rapina ed esser stato in carcere nel 2019, è totalmente cambiato.
Per fortuna, ha precisato, l’aggressività la manifesta solo nei suoi confronti e non verso i bambini. Mentre lei stava male, gli avrebbe chiesto aiuto e lui sarebbe andato su tutte le furie, urlandole in faccia di non disturbarlo mentre dormiva.
Non contento, come reazione alle rimostranze della compagna ed alla presenza dei loro due figli, l’avrebbe colpita con un pugno nell’occhio. Avrebbe gridato: “Non ti ammazzo perché se lo faccio vado in galera ed i bambini vanno in una casa famiglia”. Poi al figlio di nove anni: “Non ho paura della galera, quando taglio la gola a vostra madre voi finite in casa famiglia, io prima di andare in galera lei va al cimitero”.
A quel punto i carabinieri hanno raccolto il suo racconto. In un’occasione lui le avrebbe puntato sulla gola un coltello a serramanico poiché, a dire di quest’ultimo, avrebbe “percepito” un suo tono di voce stizzoso.
Il figlio: “Mamma ti prego, vai dai carabinieri”
In un’altra occasione, l’avrebbe presa a schiaffi perché non avrebbe trovato in casa le sigarette. O una volta, sostenendo che lei fosse ubriaca, l’avrebbe presa a pugni sul naso provocandole una copiosa perdita di sangue. Tutti episodi che la vittima non aveva mai denunciato per timore di sue ritorsioni.
Nel corso della sua esposizione dei fatti ai militari, la malcapitata ha infine rivelato di aver trovato la forza di reagire pensando ai propri figli. Il bambino di 9 anni, ha riferito, si sarebbe inginocchiato davanti a lei pregandola di andare dai Carabinieri per chiedere aiuto.
A un certo punto sarebbe uscita con il figlio più grande con la scusa di comprare le sigarette, lasciando il bambino con lui per andare in caserma. E quando i militari sono arrivati nell’abitazione, il piccolo era ancora lì. Il padre non ha opposto resistenza all’arresto. È stato portato in carcere a Piazza Lanza.