Maltrattamenti all’ex convivente davanti ai figli, arrestato - Live Sicilia

Maltrattamenti all’ex convivente davanti ai figli, arrestato

E’ stato arrestato dai carabinieri di Librino: sarebbe andata avanti per due anni, minacce anche al professionista che assisteva la vittima

CATANIA. Avrebbe maltrattato e vessato continuamente, anche tramite violenze psicologiche, l’ex convivente. Per questo i carabinieri di Librino hanno arrestato un trentacinquenne, su ordine del Gip di Catania, a seguito di un’inchiesta condotta dalla Procura, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Le indagini sono state coordinate dal pool di magistrati specializzati in materia di reati di violenza di genere e, anche se sono tuttora in corso, sostengono di aver fatto luce sulle condotte dell’uomo, che si sarebbe reso responsabile di continue vessazioni, anche in presenza di uno dei figli minori.

Tutto sarebbe cominciato dal fatto che lei aveva deciso di lasciarlo. A quel punto l’uomo avrebbe reagito rendendo la vita della donna particolarmente penosa e dolorosa. In un arco temporale compreso tra il 2020 e il 2022, avrebbe tempestato la vittima con uno stillicidio di messaggi e telefonate che, il più delle volte, ventilavano minacce di morte e gravi ritorsioni in danno di lei e, in particolare, di suo fratello cinquantaquattrenne.

Di recente l’arrestato, posto ai domiciliari con dispositivo elettronico, avrebbe minacciato di morte l’ex compagna, in occasione del compleanno di uno dei loro figli, perché questi ultimi si rifiutavano di parlare al telefono con lui e di incontrarlo, addirittura minacciando di gravi ritorsioni anche il professionista che assisteva legalmente la donna. In più occasioni, inoltre, l’uomo avrebbe proferito minacce di morte, neanche tanto velate, alla donna “la mente è un filo di capello, “speriamo che un giorno un camion ti butta per aria”, non mancando di denigrarla e ingiuriarla costantemente e, in egual modo, i suoi familiari.    

L’uomo, che avrebbe agito con indifferenza e trascuratezza verso i basilari bisogni affettivi e di tutela dei figli minorenni, li avrebbe resi spettatori dei maltrattamenti in danno della madre o comunque coinvolgendoli in dinamiche di violenza, anche verbale, nonché in dinamiche di aggressività. Avrebbe assunto nei confronti della donna una posizione dominante basata sulla iraconda prevaricazione fisica e psicologica, che avrebbe fatto piombare la donna in un perdurante stato di ansia e di paura. La malcapitata, avendo il fondato timore per l’incolumità propria e dei suoi congiunti, avrebbe modificato le proprie abitudini di vita, cambiando spesso percorso stradale per accompagnare i figli o scegliendo vie affollate per sbrigare le proprie commissioni, ciò al solo fine di evitare d’incontrare l’uomo o di restare da sola senza l’aiuto di qualcuno.


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