Mamme che allattano i figli, la Sicilia è agli ultimi posti in classifica - Live Sicilia

Mamme che allattano i figli, la Sicilia è agli ultimi posti in classifica

La Regione Siciliana ha istituito un tavolo tecnico

PALERMO – La Sicilia è agli ultimi posti per tasso di mamme che allattano i propri figli. Secondo l’indagine “Sistema di sorveglianza 0-2 anni sui principali determinanti di salute del bambino”, condotta dall’Istituto superiore di sanità nel 2022, pubblicata a fine marzo 2023, nell’Isola, il 40,6% dei bambini 2-3 mesi non riceve latte materno. La percentuale dei bambini, invece, 4-5 mesi che non lo riceve, è del 56,5%. I dati sono emersi, a Palermo, nel corso del convegno “Allattamento, distribuzione dei ruoli e organizzazione del lavoro. Quali equilibri nei rapporti di genere?”, organizzato dall’Associazione ‘L’arte di crescere’ e dal Cesvop di Palermo.

I dati

L’alimentazione esclusiva con latte materno per la fascia 2-3 mesi riguarda 3 bambini su 10 con il 29,6% e poco più di 1 bambino per la fascia 4-5 mesi con il 13,5%. Il 27% dei bambini continua a ricevere latte materno a 12-15 mesi. Secondo gli organizzatori che hanno fatto il punto della situazione, per l’allattamento esclusivo nelle fasce 2-3 mesi e 4-5 mesi, la Sicilia è nella posizione peggiore del valore medio in Italia. Considerando il totale dei bambini 2-5 mesi, solo il 22,7% è allattato in maniera esclusiva. Un livello maggiore d’istruzione della madre e una buona condizione economica famigliare sono determinanti per una più alta percentuale di allattamento esclusivo. A discapito dei costi a cui fa fronte chi sceglie un nutrimento con formula artificiale. L’allattamento esclusivo è meno frequente tra le mamme che non hanno mai partecipato ad un incontro di accompagnamento alla nascita.

Il tavolo tecnico

La Regione Siciliana ha istituito un tavolo tecnico sulla promozione della salute materno-infantile e riproduttiva nei primi mille giorni. “Serve un cambio culturale per le famiglie, i bambini, le scuole e gli operatori sanitari – spiegano gli organizzatori – Tra le soluzioni, un numero maggiore di asili nido pubblici, la somministrazione del latte tirato che spesso non è concesso negli asili, lo smart working, il telelavoro e congedi parentali più flessibili e remunerativi per i genitori”.


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