Angela, mamma e grillina: | "Ci vuole un nido all'Ars" - Live Sicilia

Angela, mamma e grillina: | “Ci vuole un nido all’Ars”

La grillina Angela Foti non ha ancora svezzato il figlio di tre mesi, ma non può entrare con lui a Sala d'Ercole. “Rivolgiamo l'attenzione ad un tema importante. Maternità e paternità non devono essere considerate un peso”.

La battaglia per l'asilo
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PALERMO – Durante la seduta di ieri dell’Ars l’onorevole Angela Foti ha seguito i lavori d’aula da un pc che trasmetteva in streaming la seduta, sedendosi sul proprio scranno solo al momento del voto. In quegli istanti il piccolo Vito, che ha da poco compiuto tre mesi, restava fra le braccia dei premurosi uscieri di palazzo dei Normanni. “Sono stati molto cortesi ed hanno capito la situazione, dandomi una mano”, dice la mamma-deputata.

“Mio figlio ancora non è stato svezzato, non posso lasciarlo solo”. Angela Foti parla a mezza voce, quasi volesse giustificarsi. “La mia famiglia è ad Acireale, qui sono sola. I miei colleghi del Cinque Stelle hanno fatto un po’ da baby sitter, ma purtroppo il bambino non può entrare in Sala d’Ercole”. Il caso dell’allattamento in aula ha destato parecchia curiosità, anche perché la Foti ha chiesto ieri, in via informale, l’apertura di un nido all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana. “Non c’è ancora una proposta ufficiale – precisa –, ma verificheremo se ci sono i presupposti per aprirlo, magari in convenzione con il Comune”.

L’idea di Angela Foti è quella di dar vita ad una nursery per i figli dei deputati e dei dipendenti dell’assemblea. “Sappiamo quando entriamo, ma non quando usciamo. Con questi ritmi è difficile badare ai propri figli. Già qualcuno mi ha detto che porterebbe qui il bambino se ci fosse il nido. Quello del nido aziendale è un tema importante cui rivolgere l’attenzione, non solo a Palazzo dei Normanni”. Qualcuno non ha visto di buon occhio la proposta dell’onorevole grillina, che però precisa: “All’interno dell’Ars ci sono diverse cose che vanno razionalizzate, e capisco la rabbia per gli sprechi. Non ritengo però che il nido rientri nella categoria dei privilegi. Deve essere considerato un diritto”. La 35enne mamma acese non ne vuol sapere di essere considerata una privilegiata: “Lavoro da dieci anni nel cantiere dei carri del carnevale di Acireale. Non ho mai visto nessun privilegio, né come lavoratrice, né come mamma”.

Un’esigenza individuale ed una questione sociale, su cui mettere l’accento. “Si tratta di un diritto che va esteso a tutti, tutelando tutte le madri e i padri lavoratori. La persona viene prima di tutto, anche perché si lavora meglio quando si sta bene e non si vive una situazione di stress. La maternità e la paternità non devono venir considerati un peso”.

Qualcuno ha anche suggerito di passare all’allattamento artificiale, lasciando magari i bimbo a casa con le nonne ed il padre. “C’è una cultura antagonista all’allattamento naturale, che va combattuta. Si tratta dell’apoteosi della follia pensare di obbligare al latte artificiale una mamma e il suo bambino”. La battaglia per i diritti delle madri parte dell’Ars. E chissà che il tesoretto grillino ricavato dall’autoriduzione dei compensi dei deputati non possa venir utilizzato proprio per questa destinazione.

Le reazioni
La proposta di istituire un nido all’interno dell’Assemblea regionale siciliana crea le prime frizioni nel Consiglio di presidenza, riunito oggi per la prima volta dopo l’insediamento. L’idea lanciata dal vice-presidente vicario, il ‘grillino’ Antonio Venturino su iniziativa della collega ‘cinquestelle’ Angela Foti che porta con sé a Palazzo il proprio bebé, non è piaciuta al deputato-segretario Dino Fiorenza (Pds-Mpa), mentre il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, parla di “umanizzazione del Palazzo”, condividendo l’ipotesi. Dice Fiorenza: “Credo che creare un nido per venire incontro all’esigenza, reale, manifestata da una deputata possa essere interpretato all’esterno come un provvedimento della casta a favore della casta. Ho proposto, allora, di redigere un apposito disegno di legge in modo da istituire i nidi in tutti gli edifici pubblici, questo sì che sarebbe un segnale”.

 


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