Borsellino: "No ai ripescaggi |Humanitas? Non lo rifarei" - Live Sicilia

Borsellino: “No ai ripescaggi |Humanitas? Non lo rifarei”

Intervista all'assessore alla Sanità. A giorni le nomine dei manager: "Non escludo che qualcuno degli esclusi possa essere preso in considerazione per altri incarichi". In settimana il piano di rimodulazione della rete ospedaliera arriverà in giunta e all'Ars. E a breve scatteranno le rotazioni in assessorato, con novità "anche nell'ufficio di gabinetto"

Intervista all'assessore
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PALERMO – Non ci saranno “ripescaggi”. I nuovi manager della Sanità arriveranno presto, entro fine anno, e saranno scelti tra i 76 valutati positivamente dalla lunga selezione portata avanti dalla commissione nominata dal governo. Lucia Borsellino lo dà ormai per scontato. Si mettano il cuore in pace gli esclusi, che potranno “essere presi in considerazione per altri incarichi”.

Al terzo piano dell’assessorato di piazza Ottavio Ziino, dopo settimane difficili scandite da polemiche e veleni, l’assessore Borsellino è al lavoro sul nuovo piano triennale, che è praticamente pronto e arriverà all’Ars e in giunta questa settimana. In un’intervista esclusiva a Livesicilia, l’assessore ne illustra le principali caratteristiche. E torna anche sul “caso Humanitas”, ammettendo che sì, qualche errore è stato commesso. Accanto a lei c’è il direttore generale della pianificazione strategica Salvatore Sammartano.

Assessore, cominciamo dai nuovi manager della Sanità siciliana. Resta dell’idea che verranno nominati entro la fine dell’anno?
“Anche il presidente si è espresso in questi termini: la prospettiva e quella di iniziare l’anno con la nuova squadra del management delle aziende. Adesso che è stato pubblicato l’elenco dei candidati apprezzati dalla commissione, ci sono delle aspettative. E io credo che sia anche giusto che questa fase commissariale possa essere mutata in una fase di stabilità”.

Da qui a fine anno la giunta dovrà affrontare una serie di priorità, in tempi strettissimi, dal bilancio alla legge di stabilità passando per la proroga dei precari. Pensa che si riuscirà anche a trovare il tempo per la decisione sui manager?
“Penso di si, il presidente ha più volte espresso questo orientamento e anch’io ne sento l’esigenza. La definizione del nuovo management, tra l’altro, ci consentirà di definire meglio il rapporto contrattuale con le aziende. Fino a oggi l’unico vincolo era il vincolo di bilancio e gli obiettivi strategici erano invece legati alle indennità di risultato. Stavolta vorremmo fare entrare quegli obiettivi all’interno dei contratti, anche ai fini della riconferma dell’incarico”.

Insomma, o i manager centrano gli obiettivi o tutti a casa. Può farci qualche esempio di “obiettivo strategico”?
“L’utilizzo delle risorse comunitarie, ad esempio. Parliamo di fondi destinati alle alte tecnologie, vogliamo creare i presupposti perché diventino volano di sviluppo. Noi siamo stati credo l’unico ramo di amministrazione che ha certificato la spesa nella misura in cui l’aveva programmata. Altri obiettivi possono essere quelli legati alla spesa farmaceutica e al ricorso alla programmazione sugli acquisti. E poi, oltre agli obiettivi di efficienza, insisteremo sugli obiettivi di qualità. Mi riferisco in particolare al miglioramento degli esiti clinici. Per esempio, in tema di tagli cesarei non abbiamo raggiunto l’optimum riguardo al valore standard del 20 per cento. Vorremmo anche un migliore coinvolgimento del personale per interiorizzare elementi come l’umanizzazione delle cure”.

Le pare politicamente sostenibile l’idea, dopo una selezione tanto lunga, di pescare un nome fuori dai 76 valutati positivamente?
“Io mi pongo più il problema di una fondatezza giuridica dell’andare oltre l’elenco. Avendo fatto una selezione accurata, ci sembra coerente andare avanti in quella direzione. Non escludo che altre belle professionalità rimaste fuori possano essere prese in considerazione per altri altri incarichi. Per i quali l’assessorato ha gà l’elenco dei 500 “adeguati”, pubblicato a maggio, a cui si può attingere. Ritengo che il valore aggiunto di questa procedura sia stato quello di utilizzare al massimo gli strumenti che la legge Balduzzi ci offre. Ma è bene ricordare che la commissione ha svolto un ruolo di supporto tecnico, che non intende essere sostitutivo del potere di proposta del l’assessore”.

Di certo si è trattato di un elemento di innovazione nelle procedure di scelta dei manager che rappresenta un elemento di cesura rispetto al passato. Ne è soddisfatta?
“Sì, perché si è cercato di conoscere le persone, di andare oltre al curriculum. Abbiamo avuto tantissime richieste e se non ci fosse stata una scrematura sarebbe stato difficile per il governo scegliere tra una platea così numerosa. Avremo cura di completare l’istruttoria di eventuali profili di incompatibilità o inconferibilità tra i profili selezionati, prima di procedere a qualsiasi proposta. In questo momento stiamo proprio facendo questo”.

Passiamo a un altro dossier scottante, quello della protesta dei laboratori d’analisi. Che novità ci sono all’orizzonte?
“Sì, in tutto il mio mandato questo e stato un tema ricorrente. Devo ricordare che un giudizio amministrativo aveva portato alla sospensione degli accorpamenti decisi dal decreto Russo, per un problema di tempistica, ma senza mettere in discussione la ratio della norma. Ci siamo trovati ad affrontare poi un altro problema, il recepimento del tariffario nazionale. Che ha creato dei disagi ai laboratori, disagio che abbiamo sempre compreso”.

Come mai in altre regioni non si sono verificati questi problemi, forse la Sicilia aveva un tariffario particolarmente generoso?
”Sì, noi avevamo n tariffario particolarmente generoso. E il passaggio da un sistema all’altro si è sentito con maggiore peso. Il nostro ramo di amministrazione è tenuto per legge a procedere ai recuperi. Quello che abbiamo potuto fare è riaprire il confronto con le categorie. Proprio venerdì abbiamo avuto una riunione, e abbiamo pensato di supportare il procedimento con una richiesta di parere dell’avvocatura dello stato. Intanto, congeliamo i recuperi”.

Qual è la situazione debitoria delle Asp?
“Questo un tema sul quale tengo a precisare delle cose, rispetto a quanto ho sentito e letto. Ci sono delle sofferenze di sistema che precedono la nostra gestione e che non hanno nulla a che vedere con il risultato d’esercizio. Le Asp hanno debiti nella misura in cui la Regione, per problemi di cassa, non trasferisce tutte le somme che dovrebbe nel corso dell’anno. E non va confuso quindi il debito con il disavanzo di sistema. I maggiori gettiti introdotti per le coperture dei disavanzi sanitari sono stati utilizzati solo in parte per questa finalità, perché i disavanzi sono stati ben più contenuti, o addirittura eliminati, e le somme sono finite a bilancio della Regione”.

Passiamo al piano di rimodulazione della rete ospedaliera, un passaggio decisivo per la sanità siciliana. A che punto siamo con la sua predisposizione?
“Su questo abbiamo deciso di lavorare fianco a fianco al ministero della sanità e dell’economia, per consolidare i risultati raggiunti e creare le condizioni per uno sviluppo maggiore. Il piano sta per essere validato dai ministeri e prevede, tra l’altro, un rafforzamento del passaggio dagli ospedali ai servizi sul territorio. Si tratta di un atto di programmazione triennale relativo al periodo 2013-2015, quindi alcune cose sono già state realizzate quest’anno. La normativa Balduzzi ha abbassato i livelli a 3,7 posti per 1000 abitanti, dei quali 3 per acuti e 0,7 per lunga degenza. Dal punto di vista quantitativo eravamo già abbastanza preparati e siamo pressoché in linea, dobbiamo solo incrementare i posti di riabilitazione e lungodegenza. Quindi, in sostanza, non dobbiamo procedere a tagli, ma a un rilancio, una rimodulazione intelligente che accorpi unità operative che costituiscono delle duplicazioni, salvaguardando le strutture ospedaliere che rappresentano un punto di riferimento per la regione. Sui piccoli ospedali piuttosto che sulle chiusure, lavoriamo sul concetto di ‘ospedali riuniti’, evitando in pratica che tra due presidi ospedalieri vicini ci siano reparti fotocopia”.

Che tempi prevede per il varo del piano?
“Il piano sarà consegnato alla sesta commissione e alla giunta in settimana. E un aspetto che mi preme sottolineare è che non c’è nessuna competizione tra pubblico e privato ma una collaborazione sinergica”.

Al riguardo la sanità privata che ne pensa?
“Noi abbiamo chiesto alla sanità privata un ripensamento di alcune funzioni anche ospedaliere. Io dico che bisogna mantenere un privato, ma un privato di qualità, per questo abbiamo chiesto a tutti uno sforzo organizzativo, impegnandosi a erogare quelle prestazioni che al sistema servono e non viceversa. La sanità privata ha capito benissimo che se non ci si autodetermina in questa fase, la bozza di regolamento Balduzzi prevede che le case di cura con meno di 60 posti letto non siano accreditate. Meglio attrezzarsi in tempo. Per questo abbiamo avviato un percorso di negoziazione”.

I privati però dovranno accettare dei tagli…
“Io non la metterei su un piano di tagli. Qua si parla di un diverso criterio metodologico. Il taglio di posti letto e budget per i privati è assolutamente marginale, ad ogni modo”.

Parlando di sanità privata e di rimodulazione dei posti letto, torna quasi in automatico alla mente la polemica delle scorse settimane sulla vicenda della clinica Humanitas. A proposito della quale le chiedo se col senno di poi rifarebbe tutto quello che ha fatto.
“Col sennò di poi è facile dire cosa è meglio fare o non fare. Noi non ritenevamo che apprezzare un’ipotesi di questo genere potesse determinare tanto clamore. Anche perché si trattava, e questo era chiaro sin dall’inizio, di una prospettiva condizionata. Sulla scorta dei criteri maturati, è evidente che è impossibile implementare posti letto per acuti. Se sono questi gli standard anche per il prossimo triennio non abbiamo grossi margini di manovra. Possiamo al massimo potenziare quelle realtà per le quali c’è ancora forte un fenomeno di mobilità passiva”.

Quindi riconosce che furono fatti degli errori, per lo meno per la “fretta” di approvare quella delibera senza attendere la rimodulazione.
“Assolutamente si, sarebbe stato metodologicamente più lineare non anticipare la definizione della rete ospedaliera”.

Il presidente Crocetta ha annunciato delle rotazioni anche nel suo assessorato. Ci saranno? E in che tempi?
“Ho intenzione di fare qualche intervento migliorativo nei dipartimenti e qualcosa si sta concretizzando anche nell’ufficio di gabinetto: è giusto inserire forze nuove e procedere a un monitoraggio continuo dei risultati raggiunti. Tutta la struttura amministrativa deve essere organizzata. Qualche esigenza c’è, ed è importante fortificare taluni uffici che hanno maggiore coinvolgimento nell’azione di questa amministrazione”.

Quando si concretizzeranno queste novità?
“A brevissimo. Già dal nuovo anno conto di avere un nuovo assetto del dipartimento. Questa è una struttura molto complessa, prima era organizzata in cinque dipartimenti”.

A gennaio dovrebbe scattare il rimpasto di governo. Ci tiene a rimanere assessore?
“Io sono al servizio della Regione fino a quando sarà ritenuto che il mio impegno sia utile. È con questo spirito che ho accettato questo incarico”.


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