Manca una semplice autorizzazione | Resta chiuso il centro da 5 milioni - Live Sicilia

Manca una semplice autorizzazione | Resta chiuso il centro da 5 milioni

Una semplice autorizzazione di agibilità. Tanto basterebbe per aprire l’impianto per la selezione e la valorizzazione della differenziata che sorge a Partanna Mondello, a Palermo. Una struttura costata oltre cinque milioni di euro e che dovrebbe servire al trattamento, ogni anno, di quasi 15mila tonnellate di plastica e metalli e circa 30mila tonnellate di carta. Peccato  che da dieci anni il centro attenda di aprire i battenti, mentre l’Amia continua a esternalizzare il servizio sborsando quasi tre milioni di euro.

Lo hanno scritto i commissari dell’Amia, che hanno messo nero su bianco i motivi per cui non si può ancora procedere all’apertura dell’impianto Rdm: manca la “certificazione parziale di agibilità” da parte del  Suap (Sportello unico attività produttive) del comune di Palermo, “atteso che – si legge nella nota – sono stati rilasciati sia il certificato di collaudo statico che quello tecnico-amministrativo”. “Già due anni e mezzo fa – dice il presidente della III commissione consiliare, Nunzio Moschetti – avevamo sollevato il problema dell’apertura dell’impianto e, guardando le carte, scoprimmo che mancavano solo piccole opere e qualche certificato. Nelle scorse settimane abbiamo ripreso in mano la questione scoprendo, con grande sorpresa, che eravamo sempre allo stesso punto. L’Amia adesso parla di un’apertura parziale dell’impianto, quella già pronta, e noi siamo d’accordo e ci attiveremo per sollecitare il rilascio del certificato. Ma ci chiediamo come mai l’Amia non abbia sollecitato motu proprio gli uffici del Comune e si siano persi due anni e mezzo”.

Quella dell’impianto di Partanna Mondello è una storia vecchia – dice il commissario dell’Amia Sebastiano Sorbello – che abbiamo riesumato da un anno.  Abbiamo ripreso la pratica e speriamo che nel breve tempo possibile tutto l’impianto funzioni. C’era bisogno di una serie di autorizzazioni, ci stiamo attivando per ottenerle. Stiamo cercando di far funzionare le cose nel modo corretto, a differenza di quanto fatto negli ultimi dieci anni”. “Da parte mia – aggiunge l’assessore alle Attività produttive, Felice Bruscia – c’è la massima disponibilità, verificherò subito la nota inviataci dall’Amia con la quale si richiede questa certificazione e attiverò le procedure tecniche necessarie”.

Ma nello stesso autoparco dovrebbe vedere la luce anche un impianto per la raccolta Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), per il quale si è tenuta lo scorso 16 marzo una conferenza di servizi alla presenza del comune, della provincia e dell’Asp presso l’assessorato regionale dell’Energia. Incontro dal quale è emerso che l’apertura del centro per i Raee dovrebbe passare da una rimodulazione del progetto, che fa presumere tempi assai più lunghi.

Promuoverò a breve una tavola rotonda – dice Manfredi Agnello, capogruppo di Fds che ha sollevato e segue da anni la vicenda del centro – con i tecnici del Comune, dell’Amia, dell’Asp e della provincia per far partire un impianto che però è già obsoleto, basti pensare che durante l’ultima prova è scattata la centralina, a testimonianza di qualche errore di progettazione. Su mio suggerimento si aprirà anche un impianto Raee, che è fondamentale per Palermo, ma bisogna comunque superare il veto causato dal sospetto che le acque reflue piovane possano inquinare le falde acquifere, a causa dell’inadeguatezza della rete fognaria, così come sostenuto dall’Asp e dalla provincia. Un pericolo che non comprendo, visto che parliamo di carta e cartone e che era stato sollevato ben prima della proposta per l’ impianto Raee. Inoltre, siamo di fronte a una situazione pirandelliana: molte delle obiezioni, per esempio circa l’eccessivo rumore della struttura, sono state sollevate da alcuni residenti della zona che hanno costruito abusivamente, visto che è industriale. E’ incredibile che degli abusivi per anni abbiano fermato un investimento milionario”.

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