Mancato versamento della tassa di soggiorno Non è reato, ma i soldi vanno versati

Tassa di soggiorno non versata|Per i giudici non è reato penale

Un'assoluzione dall'accusa di peculato
LA SENTENZA A SIRACUSA
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SIRACUSA – Gli albergatori italiani hanno tirato un sospiro di sollievo grazie all’assoluzione dall’accusa di peculato di un loro collega siracusano, proprietario di una struttura ricettiva a 4 stelle, che rischiava una condanna dai 4 ai 10 anni e 6 mesi di reclusione per aver incassato nel 2017 e non ancora restituito al Comune aretuseo l’importo, piuttosto ingente, delle tasse di soggiorno che regolarmente all’atto della registrazione o del saldo del conto venivano versate dai suoi ospiti.

L’imprenditore, che si trovava in difficoltà economiche transitorie, aveva trattenuto “indebitamente” le somme. Per recuperarle furono adite le vie legali e ne scaturì a suo carico un procedimento penale, conclusosi nei giorni scorsi. A difenderlo in giudizio gli avvocati Ezechia Paolo Reale e Luca Partescano, che sono riusciti a far decadere le accuse di peculato che pendevano sul loro assistito intercettando una norma, di carattere tributario, contenuta nel decreto-legge sull’Emergenza Covid-19, che meglio definiva gli obblighi, prima piuttosto ambigui, degli albergatori nei confronti degli enti locali per conto dei quali riscuotono la tassa.

La sentenza che ne è derivata è destinata, creando il precedente, a fare giurisprudenza, circoscrivendo meglio le responsabilità. Fatto salvo, naturalmente, il dovere dell’albergatore di sanare il proprio debito.

E sembrano davvero tanti i casi in Italia di albergatori che si trovavano nella stessa posizione “tribolante” dell’albergatore siciliano, poi assolto. Addirittura a Siracusa, il titolare di un piccolo bed and breakfast avrebbe subito il rinvio a giudizio per aver dimenticato di pagare 4 euro di tassa incassata e di averlo fatto con un ritardo di 3 giorni.

Da qui l’esultanza della categoria alla pubblicazione della decisione dei giudici aretusei. Categoria a cui ha dato voce Giuseppe Rosano, presidente dell’associazione ‘Noi albergatori Siracusa’. “La sentenza – dice Rosano – elimina infatti un’evidente ingiustizia, che vedeva gli albergatori sottoposti a pene molto severe come la reclusione, per un atteggiamento non certo lodevole ma che socialmente non può ritenersi pericoloso. Ed è significativo che anche il Pubblico ministero abbia motivatamente richiesto l’assoluzione dell’albergatore”. Il presidente di Noi albergatori Siracusa tiene a precisare: “Continuiamo a raccomandare e ribadire la puntualità nei pagamenti. Ma laddove ci fossero problemi, e la pandemia da Covid-19 ne ha di sicuro creati tanti, agli albergatori soprattutto, credo fosse un po’ troppo il rischio corso finora”.

Un’altra chiave di lettura alla sentenza la dà invece l’assessore comunale al Turismo di Siracusa, Fabio Granata: “Non sono abituato a commentare decisioni della magistratura ma il rilievo dato dall’associazione degli albergatori di Siracusa alla sentenza, che ritiene non di rilevanza penale il mancato rispetto dell’obbligo di pagamento della tassa di soggiorno e che, di fatto, depenalizza il ritardato o omesso versamento dell’imposta di soggiorno, mi sembra grave e inopportuno”.

“La tassa – continua Granata- la paga l’ospite e l’albergatore ha il dovere di incassarla e trasmetterla al Comune che se ne serve per una serie di servizi essenziali al turismo e alla Città. Insomma, credo che non si possa tollerare un implicito invito alla evasione e alla appropriazione di una somma peraltro incassata dai clienti e comunque indebitamente trattenuta: non mi sembra un bel segnale esprimere compiacimento e non si dà un bel segnale di trasparenza alla categoria”.

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