Mancuso bacchetta Pellegrino: "Nel partito decide Berlusconi" - Live Sicilia

Mancuso bacchetta Pellegrino: “Nel partito decide Berlusconi”

Il capogruppo della truppa miccicheiana non le manda a dire.

PALERMO – Nervi tesi nella galassia forzista. A tenere banco non c’è soltanto l’ipotesi di un commissario che rimetta ordine nel partito, ma anche la” mission” del potenziale notaio. Il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Stefano Pellegrino, ai microfoni di Live Sicilia ha messo nero su bianco di non gradire la possibilità di un rimescolamento in termini di cariche all’interno di un futuro gruppo unitario azzurro. A stretto giro gli risponde il gemello diverso Michele Mancuso, capogruppo dell’altra Forza Italia. “Non me ne voglia l’onorevole Stefano Pellegrino, ma credo che lui sia la persona meno adatta a esprimere giudizi su cosa fare di Forza Italia in Sicilia. Le scelte spettano a una sola persona: Silvio Berlusconi e noi siamo pronti ad adeguarci, qualunque esse siano. È scontato che l‘auspicio del Presidente sia un gruppo unico all’Ars”, spiega.

“Andare però a sindacare su chi deve reggere le fila del coordinamento regionale è ridicolo. Ricordo a Pellegrino che se nel trapanese, nelle ultime due legislature è stato candidato alle regionali con il simbolo di Forza Italia, il merito è di colui che adesso denigra, ovvero Gianfranco Micciché”, argomenta Mancuso. “Dispiace constatare con mano come si possano prendere certe posizioni rispetto a quelli che sono invece i tanti problemi che attanagliano la Sicilia. Tali criticità non possono dipendere dalle beghe interne di chi all’interno del partito, a tutto lavora tranne che a rilanciarne l’azione sia politica che istituzionale”, continua il deputato nisseno.

“Dunque, più che di commissariamento auspico che si faccia un ragionamento serio con chi ha ruoli e funzioni all’interno di Forza Italia, affinché si evitino equivoci. Senza emettere sentenze fuori luogo e inappropriate, servirebbe più responsabilità e accortezza, consapevoli del fatto che a decidere è sempre il presidente Berlusconi. Chi non accetta tale condizione, dovrebbe chiarirlo poiché è in conflitto con quella che è la storia di Forza Italia”, spiega. La guerra intestina non sembra destinata, nel breve periodo, a un “cessate il fuoco”. 


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