PALERMO – Mancano solo ventiquattr’ore alle elezioni per la Consulta delle culture, l’organo rappresentativo di tutti coloro che hanno una nazionalità diversa da quella italiana. Ma, ancor prima di entrare a far parte a tutti gli effetti del nuovo sistema consultivo per le scelte di governo dell’amministrazione comunale, i candidati sembrano aver già ereditato il malcostume nostrano. Il centro città infatti, nei giorni scorsi, è stato invaso da decine di manifesti elettorali abusivi contenenti tutte le indicazioni utili per il conferimento del voto. Da piazza Castelnuovo ai portici di via Ruggero Settimo, passando per via Cavour e via Maqueda, l’immagine che si prospetta dinanzi agli occhi è quella di una carrellata di affissioni abusive su palazzi e pareti, a ridosso delle attività commerciali. Il tutto in barba ai buoni propositi profusi a seguito delle polemiche sulle scorse elezioni comunali.
E così Palermo torna ad essere, ancora una volta, al centro di una ‘guerra’ contro l’attacchinaggio selvaggio. Ma dal Comune arriva una rassicurazione: “I candidati, in occasione dell’assemblea svoltasi domenica scorsa in consiglio comunale, hanno assicurato che lunedì provvederanno loro stessi a togliere tutti i manifesti presenti in città – fa sapere a Livesicilia l’assessore alla Partecipazione del Comune di Palermo, Giusto Catania -. Non mi pare si siano verificati particolari scempi. E’ vero che le affissioni erano presenti su muri, pali, edifici e via dicendo ma nessun monumento storico o albero è stato imbrattato. Palermo sarà ripulita da ogni forma di propaganda, questo è certo”.