ROMA “L’ex ministro Mannino era al secondo posto nella lista dei politici da eliminare fatta da Totò Riina, subito dopo Salvo Lima. Era ritenuto un traditore”. Lo ha detto, deponendo al processo per la strage di via D’Amelio, il pentito Nino Giuffré. “Riina – ha aggiunto – usava un’espressione emblematica per spiegare questo genere di tradimento. Parlava di ‘mangiare nel piatto e poi sputarci”. Il collaboratore di giustizia ha parlato della riunione della commissione provinciale di Cosa nostra, a dicembre del 1991, in cui Totò Riina pianificò la strategia stragista. “Fu una riunione terribile – ha spiegato -. Calò il gelo tra i partecipanti quando Riina disse che eravamo arrivati alla resa dei conti e che a quel punto ognuno si sarebbe dovuto assumere le sue responsabilità”. Il pentito ha ricollegato la decisione del boss di “dichiarare guerra allo Stato”, con le condanne del maxiprocesso in cassazione, con l’offensiva che alcuni magistrati avevano intrapreso contro Cosa nostra e con il tradimento di alcuni politici che non avrebbero mantenuto gli impegni presi con i mafiosi.
Parla il pentito Nino Giuffrè: "L'ex ministro Mannino era al secondo posto nella lista dei politici da eliminare fatta da Totò Riina, subito dopo Salvo Lima".
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